Sei punti in due partite cacciano fuori lo Spezia dalla “zona pericolo”.
Cosi, improvvisamente, proprio nel momento più duro della stagione.
Fuori non vuol dir lontano, però certo la classifica oggi sorride, mentre il carico di fiducia è tornato ai livelli di questo autunno ed è benzina pura nel serbatoio di una squadra talentuosa ma inesperta, esposta a qualunque tipo di corrente negativa.
Negli ultimi giorni i ragazzi di mister Italiano hanno rimesso a posto i conti con una graduatoria che appariva fin troppo in difetto rispetto a ciò che era stato fatto vedere in campo in quel dicembre sfortunato.
L’ha fatto nel momento più delicato, dopo il primo vento di crisi stagionale, quando era indispensabile un colpo di reni per venir fuori da una situazione che poteva farsi davvero complessa al cospetto di formazioni che, in qualche modo, da sotto hanno iniziato ad affacciarsi ai nostri piani. Formazioni maggiormente abituate a lottare a questi livelli.
Non vi è dubbio che sia stata l’incredibile vittoria di Napoli a iniettare quel carico di convinzione in più avvertita fin da subito nella partita di ieri contro la Sampdoria.
A dimostrazione, questo, di quanto conti star bene di testa, poter giocare il più possibile sereni e senza troppi condizionamenti negativi in caso di passo falso.
Senza contare i risultati della domenica, che hanno servito un dolcetto mica male sul piatto dei bianchi.
Lo Spezia approccia al meglio la gara contro i blucerchiati, ri-trova spesso il suo calcio fatto di fraseggi palla a terra, pazienza e catene laterali, trova il gol grazie a capitan Terzi dopo azione manovrata, con astuzia, sfruttando le sue torri per un altro gol di “prepotenza” anche fisica, dopo quel gol vittoria di Napoli.
Come di consueto, però, questa squadra non decide di camparci sopra e continua ad attaccare, subisce una ripartenza velenosa ottimamente orchestrata da Keita e Damsgaard e rifinita da Candreva, per un pareggio quasi immediato che fa storcere il naso a tutti, Italiano compreso.
Nessun danno però a livello mentale, le aquile riprendono in mano il filo del loro gioco e vanno nuovamente vicinissimi al gol in almeno un paio di situazioni, limitando al minimo le ripartenze avversarie, sempre potenzialmente pericolose date le caratteristiche avversarie.
Nella ripresa, invece, lo Spezia è caparbio nel capitalizzare al massimo l’episodio che decide il match, ancora una volta grazie a Pobega.
L’ex Pordenone, in una delle situazioni a lui più congeniali, attacca il bel cross di Vignali con una percussione decisa da dietro ma, poco prima dell’impatto con la palla, viene nettamente sbilanciato.
Penalty trasformato ancora una volta con grande freddezza da Nzola, e questa strana coppia che, dopo Napoli, mette una bella firma anche su questa vittoria.
Una squadra dunque finalmente in grado di andare a cercarsi l’episodio decisivo e di trovarlo, acciuffare punti anche lavorando d’astuzia e malizia, come chiedeva Italiano tempo fa.
Roba non semplice, per una rosa tanto inesperta su questi palcoscenici.
Il finale di partita è somigliato molto a una battaglia colpo su colpo, palla su palla, difesa compatta di ogni porzione di campo, con la Samp che provava ad alzare ritmi, rapidità e qualità di palleggio, e lo Spezia quadrato, desideroso fino allo stremo di quei tre punti, a difesa di un vantaggio a quel punto da dover gioco forza trattenere con ogni riserva di energia disponibile.
Senza, però, mai rinunciare a ripartire con qualità.
Esterni alti che raddoppiavano sistematicamente a ridosso di Vignali e di Marchizza, un Agoume decisamente sopra gli scudi in un lavoro incredibile di rottura e cucitura, Terzi e Chabot maggiormente francobollati al pericolo numero uno, Keita Balde.
Cosi gli ospiti non hanno più creato grattacapi a Provedel, a eccezione di un paio di situazioni da gioco fermo durante quel concitato finale.
Lo Spezia dimostra, più di altre volte, di saper anche stringersi nella propria metà campo lavorando al massimo delle energie sia singolarmente che collettivamente, con baricentro più razionale e meno campo alle spalle.
Colpisce anche lo spirito con il quale sono entrati in campo Agudelo, Maggiore, Piccoli e Ferrer, calati immediatamente in un clima di gara alquanto torrido.
Il gruppo, ancora una volta, sugli scudi.
Quella foto di mister Italiano in un momento di scherzo misto a ferocia agonistica con Farias, in panchina, a una manciata di secondi dal triplice fischio, è un’altra delle dimostrazioni della capacità di questo allenatore di saper tenere un rapporto vivo e genuino con tutti, anche con chi, evidentemente, non sembra essere al massimo della brillantezza o della concentrazione.
Il tecnico aquilotto, ancora una volta lodato a livello nazionale in tema di mentalità e qualità del gioco, conosce perfettamente l’importanza di questo mattone-salvezza da sei punti in pochi giorni.
E mentre Felugo, importante new entry societaria, ribadisce ai microfoni di Sky l’assoluta centralità del tecnico siciliano in questa meravigliosa avventura, i tifosi aquilotti tornano a sognare ad occhi aperti dopo un periodo di lievi – per quanto assolutamente previste – paure da zona rossa.