Allarme rosso, anzi viola, la stagione della Fiorentina è un vero e proprio disastro.
Del resto, con appena 22 punti raccolti in altrettante uscite e sette lunghezze dalla zona retrocessione, la situazione non può certo definirsi rosea dalle parti di Firenze.
A preoccupare non sono solo i numeri di una stagione sin qui sciagurata, ma le prestazioni messe in scena.
Eccezion fatta per l’exploit all’Allianz contro la Juventus, la squadra di Prandelli, arrivato dopo Iachini per dare una scossa all’ambiente, non sembra conoscere pace.
Un discreto mese di gennaio con le vittorie contro Cagliari e Crotone, poi il buio assoluto: sei a zero a Napoli, il doppio K.O. interno contro l’Inter – campionato e Coppa Italia – e l’ultima sconfitta, in rimonta, in casa della Samp.
Senza Ribery la Viola è perduta, anche se l’ex Bayern Monaco rappresenta di fatto un piccolo faro in un oceano sconfinato di disorganizzazione: i numeri impietosi sui reparti di gioco inchiodano infatti la rosa di Mister Commisso, con un attacco che non punge e una difesa trafitta troppe volte, 35 per la precisione.
Eppure, la rosa non è di certo stata costruita per lottare nelle zone basse, potendo contare su giocatori del calibro di Bonaventura, Callejon, Biraghi, Castrovilli, Vlahovic , oltre al già citato Ribery.
A mancare è proprio la serenità di un gruppo poco coeso, probabilmente incapace di affrontare le difficoltà.
Ecco perché la Fiorentina, pur conservando un discreto margine sul Cagliari, potrebbe incappare in una pericolosissima trappola.
Contro lo Spezia la parola d’ordine è vincere: in caso contrario, a farne le spese potrebbe essere Prandelli, anche se a giudicare dall’andamento di questa squadra, le responsabilità dell’allenatore non sono certamente al primo posto di questo disastro sportivo.