La giornata conclusasi ieri lascia una zona salvezza praticamente inalterata con il solo, però, scossone portato dal Parma, che battendo con autorità la Roma rilancia le proprie speranze di salvezza apportando vitamine indispensabili per un morale ultimamente finito sotto i tacchetti.
Di certo, tutto è diverso da quando Giampaolo, Liverani e Di Francesco sedevano sulle panchine di Torino, Parma e Cagliari giocando a chi faceva meno, aizzando cosi a dismisura le velleità di salvezza non solo degli uomini di Vincenzo Italiano.
Chi più chi meno, queste formazioni hanno trovato nuova linfa e nuova fiducia, riuscendo a ridurre il gap con chi le precede da tempo in classifica seppur, naturalmente, seguendo un percorso fatto comunque di alti e bassi.
Tanti punti gettati al vento per il Parma nelle ultime settimane e nonostante prestazioni di livello, fino alla vittoria convincente di ieri che certifica e valorizza un buon stato di salute generale dei ducali, che con D’Aversa hanno ritrovato spirito e varianti tattiche, oltre che qualche uomo finito in ombra durante la gestione Liverani.
Il Cagliari, prima del match di sabato al “Picco”, cede alla Juventus dopo aver, però, inanellato 7 punti in 3 partite nelle precedenti sfide, con mister Semplici che pare essere riuscito a toccare le corde giuste con gli uomini di maggior talento della formazione sarda, oltre ad aver cucito un nuovo vestito tattico per i rosso – blu.
Il Torino, con Nicola, non ha sgasato prima dello stop forzato per Covid, ma ha mosso sempre un pochino la classifica nonostante ora arrivi da due sconfitte, una allarmante contro il Crotone, una che lascia invece buone impressioni, contro l’Inter capolista, che ha visto una squadra “viva”, in ripresa, quadrata, con alcuni nuovi elementi di grande qualità provenienti dal mercato di gennaio e altri costretti ai box ma pronti a ripartire.
E, soprattutto, con due gare da recuperare che diranno molto della lotta salvezza in generale.
Lo Spezia non deve aver troppo timore di tutto ciò, anzi, da questi nuovi elementi deve trarre nuovi motivi di spinta, se non proprio di urgenza.
Qualche punto prezioso di vantaggio c’è, punti che potranno far preparare la sfida ai sardi di sabato con un briciolo importante di serenità per il presente e per l’immediato futuro, considerando anche le pessime condizioni psico-fisiche del Benevento, uscito malconcio dall’ultimo turno in casa contro la Fiorentina e vittima di un lungo periodo di difficoltà.
I bianchi potranno e dovranno racimolare punti in ogni stazione che li separa dalla fine del campionato, battendo convinti su un forte spirito di gruppo e su un’identità di gioco che porta questa squadra a sfidare sempre tutti a testa altissima, con buoni argomenti per arrivare al risultato e, semmai, provando a scavare nel fondo di una fortuna che ultimamente ha voltato un pò le spalle a questa squadra in termini di episodi e di centimetri.
Ci sarà bisogno anche di questo, il credito in tema è abbastanza ampio.
Vivere come fosse una finale la gara di sabato, no. Sarebbe un errore.
Viverla come fosse un’incredibile occasione per dare una mazzata chissà, forse anche decisiva, a una concorrente diretta per la salvezza, questo si. Questo è.
Far di tutto per portarla in porto, per non subire danni in caso di giornata poco fortunata e poco ispirata, sapendola annusare fin dai primissimi minuti di gioco. Con la ferocia delle migliori occasioni, limitando al minimo i singoli errori gratuiti.
