Una classifica sempre in movimento è il dono essenziale portato dalla continuità di rendimento, un tesoro ricercato da tutti, un equilibrio necessario per non finire in cattive acque.
Questo è anche l’aspetto confortante di un filo logico che lega lo Spezia degli ultimi mesi dello scorso campionato con lo Spezia di questo esaltante avvio di stagione.
Il comune denominatore è sempre lui, mister Luca D’Angelo, mentre l’ingrediente aggiunto questa stagione è quello costituito da una maggiore struttura fisica generale.
Anche a Pisa, nelle sue migliori stagioni, il tecnico abruzzese ha sperimentato quanto possa rivelarsi determinante questo aspetto all’interno di un campionato tanto equilibrato come quello cadetto.
Non rubava forse mai l’occhio quel Pisa cosi come non lo ruba questo Spezia, una squadra che bada al sodo, contro la quale è difficile giocare nei 90 minuti perchè, per caratteristiche fisiche e atletiche, sa uscire sulla lunga distanza.
Il dato riguardante le reti realizzate sugli sviluppi dei calci piazzati è altro emblema del disegno partorito in estate tra società e allenatore: aver aggiunto centimetri e aver trattenuto un giocatore come Salvatore Esposito porta fin qui le aquile a giocare un campionato a parte da questo punto di vista, qualcosa che gli avversari temono a più riprese, fondamentale che per troppo tempo in queste ultime stagioni ha dato molti più dispiaceri che gioie.
E’ uno Spezia solido, dunque, che difende in undici e che proprio nelle due gare che si presentavano più complesse di questo avvio, Pisa e Cremona, concede pochissimo agli avversari, diversamente a quanto avvenuto nelle due partite contro Frosinone e Cesena, due squadre che sanno palleggiare e che hanno diversi giocatori brevilinei, due squadre costrette a tenere ritmi elevati che hanno poi inevitabilmente finito per calare dal punto di vista fisico, mentre lo Spezia cresceva.
Questa, probabilmente, sarà la cornice di questa stagione, in un contesto nel quale ogni gara fa storia a sé, ogni particolare può rivelarsi determinante, ogni episodio può incidere al massimo.
Ma non sulla lunga durata.
Sulla lunga durata emergerà chi ha un piano ben definito e qualche buona alternativa, chi può fare rotazione, chi ha un’identità di squadra forte, chi saprà sfruttare adeguatamente i momenti di maggior fiducia, chi verrà bersagliato il meno possibile dalla buona sorte in tema di infortuni.
Anche da questo punto di vista, i 9 punti appaiono fieno in cascina luccicante come oro se pensiamo che mister D’Angelo non ha ancora potuto contare appieno sull’apporto dei giocatori con maggior gamba, imprevedibilità e “strappo” palla al piede, ovvero Kouda, Elia e Reca.
Stante la struttura fisica complessiva del reparto arretrato e del reparto offensivo, ecco che riuscire a mettere con continuità queste frecce sugli esterni e sulla trequarti avversaria potrà rivelarsi altrettanto determinante.
Prima di tutto, però, sarà fondamentale mantenere questo moto perpetuo, muovere la classifica anche nelle giornate meno positive, anche nei momenti di maggior appannamento.
Strappare un punto quando non si potrà vincere, lottare su ogni palla, affrontare ogni match con lo spirito richiesto da un campionato come questo.
Essere il più possibile un tutt’uno con la tifoseria, saperla cibare d’entusiasmo, coltivare il fuoco.
Non disperdere questo patrimonio.