Lo Spezia non muore mai, anche quando tutto sembrava girare per il verso storto. Parte col passivo di un gol praticamente…dagli spogliatoi, reagisce ma sbatte ancora una volta contro la traversa e sul portiere avversario.
Poi va sotto addirittura 2-0 e quando la rimonta sembrava praticamente impossibile, getta il cuore oltre l’ostacolo e conquista un pareggio incredibile nei minuti di recupero, segnando due gol uno dietro l’altro e beffando un Palermo che credeva di avere già vinto.
Ma se i rosanero avessero conquistato i tre punti al Picco sarebbe stata una clamorosa ingiustizia, visto che lo Spezia ha dimostrato ampiamente di meritare la posizione che occupa, prendendo a pallonate la squadra di Dionisi, sempre in difficoltà nonostante il doppio vantaggio.
Lo dicono i numeri: trentuno tiri delle Aquile verso la porta (purtroppo solo sei nello specchio) contro sei del Palermo (tre in porta) e tredici calci d’angolo a tre.
Ci ha creduto la squadra nel pareggio e ci hanno creduto anche i tifosi, che non hanno smesso neppure un secondo di incitare i ragazzi in maglia bianca, trasformando lo stadio in una bolgia nel convulso finale. Praticamente tutti i diecimila di fede aquilotta presenti sugli spalti hanno spinto il pallone del 2-2 in porta assieme ad Aurelio.
Un risultato che deve essere preso con entusiasmo, anche se non è l’auspicata vittoria, ma un pari che comunque permette di recuperare un punto al Pisa, ora distante quattro lunghezze, oltre a mantenere l’imbattibilità del Picco per questa stagione.
Il Palermo si conferma bestia nera dello Spezia, con Ranocchia che dopo venticinque secondi si inventa un gran gol, il primo della sua stagione.
Dopo un tunnel (!) a Salvatore Esposito, tira dal limite dell’area e manda il pallone sotto l’incrocio dei pali, senza che Chichizola possa fare nulla.
Peggior inizio per l’era Francis non poteva esserci, ancora di più quando dopo quattro minuti, sugli sviluppi del secondo corner per lo Spezia, la traversa respinge il colpo di testa di Pio Esposito e il pallone rimbalza nei pressi della linea di porta, ma non entra. Quando si dice che gli episodi condizionano l’inizio delle partite…
Il Palermo probabilmente avrebbe voluto giocare una gara diversa, ma dopo essersi trovato in vantaggio, per tutto il primo tempo ha badato solo a difendersi, non riuscendo a costruire neppure un’azione offensiva. Lo Spezia invece ha pressato costantemente i rosanero creando vari pericoli, anche se al nuovo acquisto Lapadula non sono mai arrivati palloni giocabili.
La giornata inversa è continuata quando l’arbitro Ghersini poco prima della mezz’ora ha annullato, su richiamo del Var Maggioni, il gol del pareggio a Mateju dopo un batti e ribatti in area, per fallo sul portiere. Audero che poi ha compiuto un mezzo miracolo uscendo alla disperata su Pio Esposito lanciato a rete.
Mister D’Angelo in sala stampa dirà poi che se fosse entrata quella palla, probabilmente lo Spezia avrebbe vinto.
Anche nel secondo tempo il Palermo, praticamente, rinuncia a giocare e alza le barricate a difesa del gol segnato da Ranocchia agli albori della gara. Però, purtroppo, le giornate iniziate male, talvolta proseguono peggio.
Ecco infatti che su una palla innocua in uscita, Mateju scivola e consente a Segre di recuperarla e tirare, Chichizola ci mette una pezza con un grande intervento, ma la sfera finisce sui piedi di Brunori che non ha difficoltà a mettere in rete.
Il Palermo con tre soli tiri in porta (di cui due nella stessa azione) si trova a vincere 2-0, mentre lo Spezia nonostante il dominio del gioco e i dieci calci d’angolo a zero fino a quel momento, è rimasto con un pugno di mosche in mano.
Sembra tutto deciso, difficilmente lo Spezia in una giornata così sfortunata avrebbe potuto segnare due gol in così poco tempo.
Ma invece tutti ci credono. In primis Pio Esposito quando al secondo minuto di recupero corregge di testa in rete a fil di palo un assist di Kouda, anticipando l’ex compagno Nikolaou entrato da poco e raggiungendo Iemmello e Laurientè in vetta alla classifica cannonieri con dodici reti.
Ci è piaciuto molto aver visto Lapadula prendere subito il pallone e metterlo a centrocampo, caricando i compagni per una rimonta che avrebbe avuto dell’incredibile.
Restavano ancora tre minuti scarsi da giocare ed è accaduto l’imprevedibile.
All’ultimo tutto, con un tuffo al cuore, sul tredicesimo calcio d’angolo Colak, anche lui entrato da poco, corregge di testa per l’accorrente Aurelio, altro innesto di mister D’Angelo per tentare la difficile rimonta, ripete quanto fatto ad agosto contro il Frosinone: irrompe sul secondo palo e mette in rete fra il tripudio della curva Ferrovia e di tutto lo stadio. È giusto così.
E peccato che la partita sia finita, perché altrimenti chissà..?