[ot-caption title=”La coreografia della Ferrovia con il Livorno – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/02/1906-in-Curva-Ferrovia.jpg”]
Il momento è di quelli “caldi”. Dopo la schiacciante vittoria nel derby contro il Livorno, lo Spezia si è trovato catapultato improvvisamente di fronte a nuovi orizzonti, scenari che fino a qualche settimana fa apparivano quasi come oasi nel deserto. Bestemmie calcistiche.
La quota “salvezza” a 52 punti, auspicata da mister Di Carlo tanto da essere considerata come un primo obiettivo stagionale, sembra far parte di altre storie, di altri momenti. Lo Spezia oggi condivide, assieme all’Entella, l’ottavo posto della classifica a quota 37 punti, ed entro quota 40 si trovano altre due squadre che sembrano vivere un periodo tutt’altro che positivo, Brescia e Bari.
Ecco perché sarà fondamentale approcciare nel migliore dei modi la prossima sfida interna contro il Lanciano, strappare tre punti che sarebbero, a quel punto, di importanza vitale per l’altro obiettivo che Di Carlo guardava un po’ con sospetto al suo arrivo, i play off.
Diverse squadre che da mesi gravitano nelle prime 8 posizioni, paiono arrancare, non mostrano la stessa brillantezza di qualche settimana fa. La serie B sa regalare terremoti improvvisi o sconquassi notevoli, in questo senso. Mentre gli aquilotti crescono in fiducia mentale ed in condizione fisica, aspetto questo strategico per qualunque prospettiva futura.
E’ a centrocampo che tutto è cambiato. La squadra corre, lotta e “picchia” molto più di prima, ed il fatto di aver cambiato ruoli ed interpreti proprio in questo reparto la dice lunga sulla voglia dello staff tecnico e dirigenziale di dare un taglio netto col passato.
Mettere nuova forza e nuova qualità nella zona nevralgica del campo, in quello, cioè, che è il motore di qualunque squadra, ripartendo praticamente da zero ma lavorando sodo per trovare meccanismi di gioco e distanze tra i reparti idonee a cominciare un “nuovo” campionato, con una nuova identità.
Uscire, quindi, dal torpore e dalla sfiducia del periodo di maggior crisi della gestione Bjelica.
Alla crescita in campo, ci auguriamo corrisponda ancora di più una crescita di contorno, sugli spalti. Dopo la sconfitta subìta a 360 gradi contro l’Alessandria, la tifoseria ha mostrato segni di umiltà, di orgoglio e di forza che fanno ben sperare; a questo proposito, va applaudita ancora la bellissima coreografia che richiama i 110 anni dello Spezia in occasione del Derby contro il Livorno.
Nonostante una curva tutt’altro che piena, un gran bel colpo d’occhio. Se ancora più gente sarà coinvolta in quello che è il tifo essenziale, fatto di canti e di decibel da mostrare, allora la crescita andrà davvero di pari passo a quella della squadra in campo, soprattutto se i ragazzi di Di Carlo proseguiranno questo filotto senza troppe soste.
E’ necessario, è fondamentale, è auspicabile una curva sempre più corposa, convinta e magari unita, in quello che è il suo spazio più caldo, al centro, quello del canto. Essendo i tamburi, le centraline ed i megafoni molto in là dal tornare, bisognerà inventarsi qualcosa e sudare ancora un po’ per raggiungere livelli sempre più alti. Forza ragazzi.