[ot-caption title=”Festa finale alla Dacia Arena – Foto SpeziaCalcioNews” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/08/Festa-finale.jpg”]
Dopo Roma, Udine. Due indizi fanno una prova, si dice cosi.
Si chiama sempre Coppa Italia, competizione ufficiale alla quale tiene fermamente ogni squadra di serie A.
Dopo l’inverno di Roma, Mimmo Di Carlo scopre l’impresa estiva e scrive un’altra pagina di storia per il calcio di casa nostra.
La scenario della nuovissima Dacia Arena è di quelli da togliere il fiato, il panorama è quello del grande calcio proprio al pari dell’Olimpico, e c’è un unico comune denominatore che tiene legati stretti i due risultati: Domenico Di Carlo.
Dopo Rudy Garcia, resta imbrigliato anche Beppe Iachini. Entrambi a casa loro.
C’è ancora una piccola schiera – ormai ridotta a dir la verità – che ritiene superfluo il ruolo e l’incidenza di un allenatore a questi livelli; “conta l’organico a disposizione“, dicono. No, nulla di più falso.
Il manico di un tecnico schiera, copre, spinge, modula, modifica, mixa, stravolge, personalizza, rafforza, rassicura.
Questo è tremendamente lo Spezia di Mimmo, plasmato in breve tempo dal suo arrivo a sua immagine e somiglianza.
E’ la personalità a fare la differenza, oltre alle abilità tattiche.
Un rimpianto grande come una casa, assale probabilmente chiunque mastica calcio da queste parti: chissà dove sarebbe oggi, questa società , se negli anni di vacche grasse, negli anni degli Okaka, dei Di Gennaro, degli Antenucci, dei Porcari, dei Lollo, vi fosse stato in panchina l’attuale tecnico aquilotto.
Ecco, probabilmente, dove risiede la soluzione dell’enorme enigma di questi anni.
Ecco perché, ci auspichiamo, questi dovranno essere giorni importanti a livello di rafforzamento dell’organico, sfruttando le grandi risorse di cassa e le idee chiare di un gruppo di lavoro che potrebbe anche non ripassare più da queste parti. Come una ruota che gira.
Nulla di intentato, adesso. Usciamo allo scoperto con decisione.
