[ot-caption title=”L’arbitro La Penna nel disastro con il Trapani – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/05/Arbitro-La-Penna-1.jpg”]
In tanti avevano pensato, o anche solo auspicato, che fosse cambiato il vento nel rapporto tra questa società ed i fischietti in genere.
Nulla fu più illusorio di qualche giornata di tregua, e di relativi comportamenti non ostili.
Nel passaggio da Bjelica a Di Carlo, vi è stata almeno una leggera sensazione di benevolenza, o quantomeno di tregua.
Ma alla lunga, a conti fatti, ci ritroviamo col saldo in negativo, come se nulla fosse realmente cambiato.
E’ un dato, e non un opinione, che lo Spezia ieri avrebbe meritato di chiudere in vantaggio il primo tempo di Benevento, probabilmente dietro concessione di un calcio di rigore. Di due, uno.
Un rigore chiaro, evidente, che non avrebbe acceso gli animi o dato adito a polemiche varie ed eventuali.
Non c’era motivo per non avere il coraggio di concedere ciò che allo Spezia spettava.
Poi, le partite cambiano, e di questi tempi ogni punto è pesante perché può dare tante cose in più, oltre ad una classifica importante.
Non è opinione, poi, ma un dato, la gestione scriteriata dei cartellini gialli ad ogni partita, non solo quelle casalinghe, dove davvero la misura è colma e imbarazzante.
Qualcosa non torna mai, l’uniformità di giudizio trova sempre strade separate e lo Spezia, da tempo, paga a caro prezzo direzioni di gara tutt’altro che limpide anche in questo senso. Che non è dato da sottovalutare, o meno importante di altri.
Questo è un campionato che si gioca sul filo dell’equilibrio settimanale, e se alle tue più o meno evidenti colpe tecniche si aggiungono inesorabilmente colpe non tue, diventa dura emergere definitivamente da quel limbo nel quale navighiamo, piacevolmente s’intende, da anni.
Il limbo tra l’essere finalmente una grande squadra, completa e cinica, e restare invece nella mischia di una classifica dignitosa, ma sempre senza picchi decisivi verso l’alto.
Comunque, restiamo li. Perché lo Spezia di ieri, su quel campo e contro un avversario importante, ha dato a tratti ancora l’impressione di studiare da “grandissima“.
Allo studio di una materia importante, però, occorre sempre tempo, e noi saremo ancora li in attesa, fiduciosi. Pazienti.