Questo Editoriale l’ho scritto per Speziacalcioblog.it, il sito predecessore di questa Testata, ma lo ripropongo perché ritengo sia doveroso, anche perché senza Rino Capellazzi, probabilmente non avrei fatto il giornalista.
Sono giorni che vorresti non arrivassero mai, ricordi che vorresti digitare su una tastiera il più tardi possibile, ma poi arriva ineluttabile il momento di farlo.
Oggi Rino Capellazzi ci ha lasciato, dopo aver con caparbietà combattuto la malattia e le sue inevitabili conseguenze.
Mi piacerebbe buttar giù di getto tanti aneddoti, tanti insegnamenti che mi ha, ci ha regalato, a noi “giovani” del giornalismo sportivo spezzino.
Con lui ho avuto modo di condividere tanti momenti storici legati alla nostra squadra del cuore, dai dolori dei fallimenti, alle lacrime gioiose di Padova.
Non sono mancate anche le discussioni o i contrasti, ma sempre con lo Spezia nel cuore a dettare le nostre divergenze da “innamorati” della maglia bianca.
Devo ringraziare proprio lui se sono passato dalla telecamera al microfono, dalle cassette alla penna, poi al computer.
Fu lui a “strapparmi” dai distinti ed a portarmi in giro per l’Italia nelle tribune stampa.
Quante storie mi vengono in mente oggi, quante vorrei condividerne, per dare un contributo al suo ricordo.
Mi vanto però di aver ereditato qualcosa dal suo modo di fare giornalismo, specie televisivo, nella trasmissione che per qualche tempo abbiamo condiviso e che tutt’ora ricorda la sua.
Il modo tutto suo che aveva, di voler quasi imporre le sue idee, prima di tutto per il “bene dello Spezia“, mi appartiene e mi guida.
Un po’ testardo, ma sempre sincero, senza guardare in faccia nessuno ma con grande professionalità.
Un amore verso le aquile che spesso non veniva compreso appieno dalla tifoseria, tanto che qualche volta ci scappava magari il coro di scherno, o la scritta sul muro.
Da qui, una delle frasi che mi rimarranno più a mente, proprio in occasione di un coro a lui dedicato dalla Curva.
Mi disse: “quando ti faranno un coro dalla Curva anche a te, vorrà dire che sarai arrivato“.
Oppure quella volta che ci trovammo coinvolti in un incidente stradale che gli costò la frattura di entrambe le braccia, più preoccupato di non poter seguire la squadra a Casale, che non di farsi curare.
Conservo gelosamente da parte i suoi consigli, anche quelli che fatico a condividere, perché un giorno probabilmente mi renderò conto che aveva ragione.
Conservo anche la sincera umanità dell’ultimo periodo, quando non voleva mancare allo Stadio per vedere il suo Spezia, sin che ha potuto.
Non temere Rino, lo Spezia in Serie A lo potrai vedere con un posto in prima fila, lassù, dal cielo…