Il Commento – Secondi tempi a singhiozzo, calo fisico o ben altro?

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[ot-caption title=”Nenad Bjelica con Josip BrezovecFoto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/09/Bjelica-e-Brezovec.jpg”]

Dalla fine del match di sabato scorso con il Perugia, si è fatto un gran parlare della ormai famosa “sindrome dei secondi tempi” che affligge la squadra nella seconda parte delle gare, anche se con modi e durate differenti.

Nello specifico il match con gli umbri è stato caratterizzato da una lunga fase di apatia della squadra in coincidenza con la doppia espulsione di Nicco e Taddei.

A Modena invece il calo era arrivato dopo l’uno – due di Schiavone e Granoche, con il Carpi invece, la squadra si era arenata dopo il vantaggio ospite a fine primo tempo.

Ma anche a Varese c’era stato un calo nella ripresa, seppur relativo e più legato all’esordio ed ai problemi della squadra, che ad altro.

Sin qui i fatti, molto meno facile trovare le spiegazioni logiche a questi cali di rendimento, spesso differenti tra loro e non temporalmente coincidenti.

Sin troppo banale legare il tutto ad un problema fisico, facile e scontato, ma è una considerazione superficiale che non ci sentiamo di condividere.

Ovvio che per alcuni elementi in particolare, vedi Catellani giusto per fare un esempio limite, il calo fisico ci possa stare, per la quantità di movimento prodotta durante la gara, ma mi si spieghino i problemi di Cisotti o Gagliardini, entrati nel secondo tempo con il Perugia, anche loro erano stanchi?

Felice Piccolo nella conferenza stampa di lunedì scorso, in proposito ha dichiarato: “siamo una squadra giovane che deve imparare a gestire le gare, sia che si trovi in vantaggio, sia che si trovi sotto, ma non vedo problemi fisici“, se la vogliamo assumere come prova, è un punto a sfavore del problema fisico.

Peraltro Piccolo ha anche precisato, riguardo ai metodi di allenamento di Mister Bjelica: “Il mister ci fa allenare all’Europea, quasi esclusivamente con la palla, sta al singolo trarre il massimo da questo sistema di allenamento, perché te lo ritrovi alla grande nelle partite di Campionato“.

Proprio riguardo ai “metodi” di Bjelica, sono emersi diversi pregiudizi, legati al nostro modo di intendere la parte atletica della squadra, di solito legata alla presenza attiva di un preparatore atletico che decida in proprio.

Francesco Delmorgine ha guidato la squadra assieme a Bjelica nel corso del ritiro di Moena, anche se la supervisione e le decisioni finali venivano sempre e comunque prese dall’allenatore.

Da professionista Delmorgine ha deciso di uscire dallo staff per cui la gestione della parte atletica è passata globalmente a Bjelica che sta utilizzando questi metodi di lavoro da tanti anni e con ottimi risultati sul campo.

Qual’è allora il “male oscuro” dello Spezia?

Non è molto difficile arrivare alla soluzione del quesito, basta analizzare le altre componenti attive durante l’episodio agonistico.

Discusso dell’aspetto fisico, si passa a quello mentale e psicologico, argomento peraltro vasto e talvolta alla base delle fortune o sfortune delle squadre.

Ciò che afferma Piccolo è sacrosanto, questa squadra ha ancora bisogno di crescere in autostima e solidità mentale, essendo composta anche da molti giovani.

Per questo se si pensa al calo nel secondo tempo con il Carpi, non si può che partire dal fatto di aver subito un gol al minuto 46, dopo aver letteralmente dominato l’avversario per 45 minuti.

A Modena la storia si è ripetuta, con due gol in meno di tre minuti a tagliare le gambe ad una squadra che, in alcuni elementi, non era scesa in campo nemmeno nel primo tempo.

Con il Perugia poi, la doppia superiorità numerica e le precedenti due sconfitte hanno “bloccato” la squadra, quasi indecisa se attaccare l’avversario o proteggere il vantaggio.

Tanto che, una volta trovato il due a zero, la squadra si è sciolta ed ha governato tranquillamente il gioco negli ultimi minuti.

Ovvio a questo punto quale possa essere l’epilogo a tutto ciò, sarebbe stato forse meglio che si trattasse solo di un problema fisico, perché nel caso opposto, resta difficile capire, al momento attuale, se e come la squadra possa, in breve tempo, assumere una fisionomia più quadrata ed equilibrata.

Bisognerà crescere, ma sarà anche importante il lavoro di Bjelica, che sta peraltro mostrando il giusto piglio nel dirimere le possibili falle di spogliatoio e che sembra adatto allo scopo.

L’intensificarsi del feeling con il pubblico del Picco e qualche vittoria dispensatrice di autostima, potrebbero fare il resto per aiutare questo gruppo a diventare una squadra tosta.

La riprova arriverà celermente con una serie di partite impegnative che ci daranno un quadro più preciso degli eventuali “problemi” della squadra.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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