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Dopo sei anni di miracoli ed emozioni, la favola Cittadella rischia seriamente di vedere la parola fine.
Se ad oggi fosse terminato il campionato, difatti, la squadra allenata da Foscarini, terzultima a quaranta punti, sarebbe costretta alla retrocessione diretta.
A differenza di Brescia e Varese, però, il cui destino sembra ormai segnato, per i veneti non è ancora detta l’ultima parola: a cinque giornate dal termine tre sono i punti che separano il Cittadella dalla salvezza diretta, mentre i pur sempre temibili play out distano una sola lunghezza.
Otto partite vinte, ben 16 pareggiate e 13 perse: questo lo score dei granata, incappati troppe volte nel segno X e penalizzati da un inizio e una fine di stagione al di sotto delle performance passate.
Nel mezzo, invece, ottimi risultati che avevano lanciato la rosa di Foscarini lontano dalle zone pericolose. Poi, però, un calo di condizione fisica e soprattutto mentale ha risucchiato la squadra presieduta da Gabrielli nelle zone bollenti della classifica.
Eppure, i numeri dicono tutt’altro: 42 e 47 sono, infatti, rispettivamente, i gol messi a segno e subiti da un reparto offensivo e difensivo dalla giovane età: escludendo l’immortale quarantacinquenne Pierobon, i vari Pellizzer, Cappelletti, De Leidi, Rigoni e Minesso non superano i venticinque anni. Con loro, l’esperienza del già citato Pierobon, ma anche di Donazzan, Coralli e Sgrigna.
A poco più di un mese dal verdetto finale, il destino dei veneti appare più che mai incerto: di certo, la speranza che l’aura magica creatasi negli anni attorno a questa squadra possa ancora far valere i propri effetti, è più che mai viva.