[ot-caption title=”Un momento di esultanza dello scorso anno – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/05/Esultanza-al-gol-di-Brezovec.jpg”]
Non è per niente semplice, ma a volte si materializza.
E’ la forza interiore, talvolta illogica ma non per questo irrazionale, che spinge ad una rinuncia “materiale” a beneficio di altri interessi sentimentalmente più “nobili”.
E’ la forza che ha spinto fin dai primi giorni di mercato Francesco Migliore a desiderare la fascia sinistra del Picco piuttosto che fasce d’orizzonti con vista Europa League a Rijeka, dov’era desiderato fortemente dallo staff tecnico di Fiume.
E’ la forza che ha spinto Andrea Catellani a sposare l’idea di un sogno, il sogno di una Serie A da conquistare da protagonista e da leader in campo.
Roba che in una piazza come questa significherebbe regalarsi una pagina indelebile di storia cucita addosso.
Tutto questo rinunciando a giocarsi la carte che qualche squadra di massima serie gli aveva gettato sul tavolo del mercato, in seguito alla strepitosa annata scorsa.
E’ la forza di bomber Calaiò, che non ha voluto sentire altre sirene oltre a quella dello Spezia al momento di decidere su quali nuovi prati sfoderare arco e frecce, conscio della forza di un gruppo che l’anno passato in molti, anche da lontano, hanno guardato con ammirazione.
Ed è la forza che spinge Felice Piccolo a rinunciare ad un ricco contratto in salsa turca che avrebbe messo, economicamente parlando, una ciliegina gustosissima sulla sua carriera, roba da un milione e mezzo di euro per i prossimi 3 anni.
Cose turche al quale il centrale di difesa dai capelli lunghi ha saputo voltare le spalle dando più ascolto a quelle ragioni di cuore che lo vedono affezionato a questa città e a questa squadra di cui è un punto fermo importante in termini di mentalità e forza del gruppo.
E’ infine la vittoria di una società che tra i princìpi cardine nella scelta di un giocatore ha inserito delle chiare “clausole” e credenziali di serietà che prima era solo una delle tante regole “generali” da seguire, mentre ora è regola cardine.
Non ci si meravigli, quindi, del forte affiatamento di tutto il gruppo e della spiccata qualità umana di questi ragazzi.
Quando il calcio sa regalare questi barlumi di sentimenti puri, nel mezzo di un contesto divenuto con gli anni via via fondato essenzialmente su “toccate e fuga” e voglia di guadagnare fino all’ultimo spicciolo, si restituisce in pieno alla gente e tocca corde che sono musica nell’immaginario di ogni tifoso.
Vogliamo credere che in tutto questo, in questa estate spezzina dai sentimenti forti, abbiano giocato un piccolo, ma importante, ruolo questa piazza e il suo calore.
Il resto lo fanno la solidità economica e la voglia di vincere di Volpi, la schiettezza di Miskovic, e la guida tecnica e manageriale di Bjelica, al quale vanno riconosciuti i meriti maggiori se pensiamo alle incertezze che di volta in volta, negli ultimi anni, si sono susseguite nelle aree tecniche di questa società.
E’ la forza di un’idea di calcio, di una prospettiva di crescita costante nel contesto di questa città che oggi più che mai si rivela, agli occhi di tutti, come ambiente ideale per fare questo sport.