[ot-caption title=”Pietro Iemmello – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/08/Iemmello.jpg”]
Ci sono percorsi, nell’arco della carriera di un calciatore, che ti portano ad amare follemente alcune piazze, a discapito di altre.
Non esistono spiegazioni precise, è tutto molto irrazionale, proprio come l’amore tra due persone.
Questione di alchimia, zero logica.
Pietro Iemmello ha trovato a Foggia una sua ben chiara consacrazione, in una piazza calda, dopo anni di prestiti e continuo girovagare.
Da quest’anno lo Spezia, che detiene dalla gestione Romairone la proprietà del suo cartellino, ha rotto gli indugi decidendo di puntare forte su di lui, convinta che tutti quei gol negli ultimi due anni non siano frutto del caso, ma semmai la conferma del valore di questo giocatore.
Lega Pro o Serie B, come spesso abbiamo visto, non fa grossa differenza. Se uno mostra valori tecnici importanti, può esibirli in ogni categoria, se trova fiducia.
Contro il Modena, Iemmello ha lottato, sbracciato, segnato e sfiorato altri gol; molti, però, notano ancora in lui un atteggiamento un po’ dismesso, o magari semplicemente una lieve tristezza di fondo, naturale forse per chi arriva da un rapporto stretto d’amore in altri lidi.
E’ anche questo il bello del calcio, a prescindere dalla propria fede calcistica.
A volte basta poco, però, a far scoccare una scintilla diversa e profonda in egual misura, e qui potrebbe entrare in gioco la nostra tifoseria, quella Curva che, sebbene viva anni di freddezza verso la categoria giocatori in generale (eccezion fatta per alcuni) in passato si è innamorata e ha fatto innamorare con un solo sguardo, con un solo coro, tanti giocatori.
Sappiamo tutti quanto potrà essere importante questo giocatore nel meccanismo di Di Carlo, ecco perché potrebbe mancare, davvero, solo l‘affetto deciso della tifoseria organizzata per smuovere in Iemmello qualcosa che lo leghi in breve tempo a questa maglia, a questi colori. Discorsi professionistici a parte.
Perché crediamo che il calcio, oltre che di professionismo e diffidenze, sia fatto anche di calore talvolta incondizionato da dare, quanto meno inizialmente, se si decide di stare da una certa parte delle gradinate.
Se si resta schiavi di scottature passate, non si vive al massimo quello che potrebbe essere.
E sarebbe un peccato vivere a metà, col freno a mano tirato.