[ot-caption title=”Andrea Catellani – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/05/Catellani-dopo-il-rigore-sbagliato.jpg”]
Andrea Catellani un segno l’ha lasciato, in questa piazza. Più delle vittorie ottenute, più del titolo di capocannoniere di due stagioni fa, ha potuto il suo attaccamento a questi colori, la sua dedizione, il suo massimo impegno.
Tutto ciò che per i tifosi significa “sudore“, quella parolina magica tanto amata, che può far diventare beniamini anche mezzi giocatori, o gente dal piede marmoreo.
Non che questo sia il caso di Andrea, anzi. Il suo talento è indiscutibile in questa categoria, il peccato risiede semmai in una certa discontinuità di rendimento qualitativo, di incisività e concretezza.
Non è un caso se, negli anni della sua permanenza in maglia bianca, solo un allenatore è stato in grado di impiegarlo con assiduità e di valorizzarne le qualità tecnico-tattiche, oltre che mentali: Nenad Bjelica.
Tra i due la scintilla è scoccata molto presto, un feeling naturale che ha permesso a quello Spezia di volare forse oltre le aspettative di quella particolare stagione.
Non si è mai ripetuto, l’attaccante emiliano, e mai prima di quella stagione visse un’annata cosi piena di gol e di soddisfazioni personali.
Ecco dove è “mancato“, ecco perché, probabilmente, Mimmo Di Carlo ha puntato su altro, pur apprezzando in pieno la sua dedizione al lavoro e alla causa.
Non c’è un tifoso delle aquile, del resto, che non possa conservare un buon ricordo per questo, anche solo per questo.
Domani, Andrea, niente scherzi. Quell’aquila che tu conservi nel cuore ha accelerato il volo, e ha tutta l’aria di non voler frenare.
Abbiamo già pagato caro, in termini di legge dell’ ex, le prestazioni singole negli anni scorsi.
Voltiamo anche questa pagina, quest’altro mini tabù; chi meglio di te per farlo…