[ot-caption title=”Mimmo Di Carlo – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/08/Mister-Di-Carlo.jpg”]
Roma, Udine, Palermo, i gioielli da conservare per sempre. Poi l’entusiasmante rincorsa nel girone di ritorno dello scorso campionato, la gioia di Cesena e la beffa col Trapani in semifinale Play Off, per uno Spezia arrivato mai cosi in alto nella sua storia centenaria, se escludiamo quel magnifico scudetto vinto dai Vigili del fuoco.
Non sono risultati da poco, e la riconoscenza del popolo bianco dovrebbe essere unanime e totale, per quanto ognuno di noi pensi intimamente e pubblicamente che tutto sia migliorabile.
I risultati degli ultimi 365 giorni seguono una serie di lavori in corso giunti puntualmente a buon fine, come la realizzazione del C.S. Ferdeghini e la conseguente, immediata crescita della qualità tecnica di tutto il settore giovanile.
Altro risultato, questo, che andrebbe rimarcato più volte, ma della cui grandezza storica ci accorgeremo meglio probabilmente tra qualche anno, a freddo, a mente forse più lucida rispetto al trasporto attuale.
Ciò che abbiamo avuto e ciò che possiamo toccare con mano, insomma, è il segno tangibile di un progetto grandioso per queste parti, un progetto che, soltanto, richiederà qualche tempo in più per realizzarsi, diversamente da quelle che erano le previsioni del Patron qualche anno fa.
Il recente passato è servito da monito per la dirigenza aquilotta riguardo ad alcune scelte tecniche e programmatiche, partendo necessariamente dalla figura del tecnico.
Qualche anno fa, a fronte di investimenti pesanti e grandi nomi, non corrispondeva probabilmente una guida tecnica forte, adeguata, di sicuro affidamento, con un quid importante; ce ne accorgiamo oggi più che mai, grazie a Mimmo Di Carlo e al suo lavoro, alla sua mentalità , alla sua personalità , all’impronta che un grande tecnico deve saper dare.
Un insegnamento importante, dunque, una lezione che è stata immagazzinata in maniera preziosa, come confermano le volontà di Fusco circa il rinnovo contrattuale dell’attuale tecnico aquilotto.
La via della continuità è quella che ha portato fortuna a molte altre piazze prima di noi, una ricetta tanto semplice e più che mai a portata di mano.
E poi, quest’ultimo anno ci porta in dote un nuovo grado di maturità del popolo bianco, degli sportivi tutti o quanto meno di una buona parte di essi. La consapevolezza, cioè, della bontà del lavoro per gradi che si sta compiendo, anche a fronte di qualche piccola delusione di mercato, di qualche denaro risparmiato, o di qualche scelta tecnica che non ha soddisfatto.
C’è maggiore lucidità , pazienza, convinzione che solo dando fiducia, sapendo digerire senza traumi qualche boccone amaro, il nostro nuovo percorso non può che condurci ad una luce importante, a riflettori sempre più grandi. Un’altra grande conquista, questa, che non va marginalizzata.
Il nuovo anno si aprirà con la sfida del San Paolo di Napoli, per ricordarci che non ci fermiamo qui e che nuove ed entusiasmanti sfide ci aspettano all’orizzonte.
La storia non concede gloria a chi si ferma.