[ot-caption title=”Il gol di Terzi non concesso nella gara del Picco – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/12/Claudio-Terzi-in-rovesciata.jpg”]
Allora davvero ci prendete in giro. Non è soltanto una nostra paura o una sensazione più o meno lontana.
Le parole di ieri del D.G. del Frosinone, Salvini, suonano come una beffa ulteriore, da aggiungersi al danno. Quel suo rimarcare la posizione di Piccolo aldilà di tutti i difensori, sulla linea di porta, mentre Granoche scocca il tiro che avrebbe cambiato direzione alla partita, pare davvero studiata a tavolino per far sorridere, o incazzare, a seconda dei punti di vista. Ma che bisogno c’era? Da chi è stato interpellato e per quale motivo si è sentito “colpito”? Le urla a fine gara dello Spezia Calcio non erano rivolte certo alla società Frosinone.
Il danno subìto in terra laziale due giorni fa, per altro, si aggiunge all’incredibile decisione arbitrale di annullare, all’andata, quel gol di Terzi che ad una manciata di minuti dalla fine avrebbe permesso alla squadra di Di Carlo di andare in vantaggio proprio contro i laziali di Marino. La partita finì 0-0 tra roventi polemiche, con una spiegazione che ancora oggi attendiamo, circa l’annullamento di quel gol. Due indizi che provano la legittimità di un silenzio che non c’è stato.
Ecco perché Salvini da Frosinone avrebbe potuto e dovuto trovare il modo di tacere, ammesso o non ammesso che vi sia davvero qualcosa di ciò che lui rimarca. Lo Spezia non l’ha cercato o interpellato. La sensazione è quella che davvero esista un pozzo senza fondo in cui dover inciampare ogni volta, per poi rialzarsi e risalire. Non è giusto, non è ammissibile.