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Se non è ancora ufficiale la retrocessione, poco, anzi pochissimo ci manca: a condannare il Vicenza, non solo i 41 punti in classifica e la terzultima posizione, ma soprattutto la differenza reti con il Trapani – quartultimo e impegnato a Brescia – che vede i siciliani avvantaggiati di ben nove reti. Per ricucire un simile strappo servirebbero non una, ma bene due goleade: insomma, una mission più che impossible.
Tanto che, dalle parti del Menti, è già stata alzata bandiera bianca, con i supporter veneti inferociti nei confronti di una società incapace di mantenere la rotta di un cammino mai lineare sin dall’inizio del campionato. Ben tre gli allenatori che hanno tentato l’impresa, ma nè Lerda, nè tantomeno Bisoli e l’ultimo arrivato Torrente hanno centrato l’arduo obiettivo della salvezza.
I numeri, del resto, parlano chiaro e non è un caso se i biancorossi, con 18 sconfitte all’attivo, siano la squadra più battuta del torneo. Solo 9, invece, le affermazioni, contro i 14 pareggi; male anche i reparti di gioco, traditi da una difesa e da un attacco non altezza della ostica B.
E come se non bastasse, oltre ai fallimenti raccolti in campo, sembra che vi sia la possibilità molto concreta che la Vi. Fin. Spa – ovvero la società che gestisce il club – porti i libri in tribunale.
Questo perché la situazione debitoria, già presente al momento dell’iscrizione, potrebbe non essere più fronteggiata dall’attuale proprietà. Tanto per rendere l’idea, solo come spese di gestione, il Vicenza potrebbe terminare la stagione con un passivo di due milioni di euro e dunque rischiare seriamente di scomparire dal calcio che conta.