[ot-caption title=”Juande – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/09/Juande.jpg”]
Quel che pare certo è che lo Spezia di Gallo sarà tatticamente differente rispetto allo Spezia di Bjelica e di Mimmo Di Carlo.
Il tecnico croato ha predicato, per gran parte della sua avventura in riva al golfo, un calcio offensivo impostato sul 4-2-3-1, a differenza del tecnico di Cassino, fedele al 4-3-3.
Entrambi, per brevi periodi e guarda caso quasi sempre fortunati, hanno virato su una difesa a 3 ed un centrocampo più denso di uomini. Un po’ quello che è il dogma di Fabio Gallo.
Il centrocampo a 5 pare essere l’ideale scacchiera per un giocatore dai piedi buoni come Juande, protagonista di quello Spezia targato croato sebbene un po’ sacrificato in un 4-2-3-1 in cui doveva spendere, inevitabilmente, molte energie in copertura, spalleggiato da Brezovec.
Proprio nei mesi del 3-5-2 fece vedere il meglio di sé, del suo calcio fondato su possesso e gioco a due tocchi, con qualche chilometro in meno sulle gambe che era diretta conseguenza della minore porzione di campo da coprire.
Fabio Gallo ama comandare il gioco, conosce le qualità dello spagnolo e proprio per questo vorrebbe affidargli le chiavi del centrocampo, un reparto che per il resto si prevede giovane, e di buona corsa.
Maggiore, Vignali, Acampora, Pulzetti, Sciaudone, magari Pessina, a meno di qualche partenza e di qualche sorpresa di mercato, potrebbero essere loro a gravitare attorno al regista spagnolo, sfruttando le loro qualità negli inserimenti.
Un mix di gioventù ed esperienza, come richiede il nuovo corso.
Tra qualche giorno sapremo se davvero le strade di Juande e dello Spezia torneranno ad incontrarsi; la volontà di entrambe le parti c’è, ed è la pietra più solida sulla quale fondare l’opportunità di un razionale ritorno al futuro.