Dopo la fondamentale vittoria, conquistata in pieno recupero, in casa contro il Venezia, il Livorno è subito tornato al lavoro in vista della delicatissima trasferta di La Spezia, che andrà a completare il quadro del quarto turno infrasettimanale della stagione.
Grazie al gol di Raicevic, i labronici stazionano a quota 23 punti in piena zona play-out. Nonostante una classifica non brillantissima, il Livorno è attualmente una delle compagini più prolifiche della graduatoria, con appena 1 sola sconfitta (sul difficile campo del Lecce) nelle ultime 10 sfide.
Per il posticipo del Picco Breda non recupera l’estremo difensore Mazzoni, quindi tra i pali toccherà ancora a Zima.
Diamanti e Fazzi hanno scontato il turno di squalifica e rientreranno regolarmente nel quadro dei titolari, il primo a supporto delle punte, il secondo invece sull’out di sinistra.
Questo il nostro 11 ipotetico: Livorno (3-4-1-2): Zima; Bogdan, Di Gennaro, Gonnelli; Valiani, Agazzi, Luci, Fazzi; Diamanti; Raicevic, Giannetti.
Prima della partenza per il Golfo dei Poeti, mister Breda ha parlato nella consueta conferenza stampa pre-gra.
Le sue principali dichiarazioni: “Abbiamo ricaricato le pile, siamo pronti ad affrontare una gara non facile, contro un avversario agguerrito che ha perso immeritatamente nell’ultimo turno. Lo Spezia è ben allenato e in attacco ha molte alternative di qualità. Comunque siamo pronti, ce la metteremo tutta“.
In settimana ha voluto dire la sua anche il presidente Aldo Spinelli, che, in un intervista per La Gazzetta dello Sport, si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe di fronte a chi, nonostante i suoi 20 anni di fede alla città di Livorno, continua a contestarlo.
“Nel calcio c’è chi guadagna e chi perde”, spiega Spinelli, “io faccio parte della seconda categoria. Avrò perso 50-60 milioni di euro, ma il calcio è la mia passione. In questi anni ho perso il conto di quante volte ho pensato di cedere, avrò incontrato 200 persone, ma poi guardavano i bilanci e scappavano“.
Il presidente dall’impermeabile giallo ha infine rievocato qualche ricordo della sua lunga gestione: “Il momento più brutto è stato senza dubbio la morte di Morosini, il più bello il ritorno in Serie A dopo 55 anni. L’esonero di cui mi son più pentito è stato invece quello di Donadoni, è un ottimo allenatore“.