Si e chiuso il ritiro di Sarnano, e si può quindi fare un primo bilancio di quello che sarà lo Spezia versione 2019/20.
Un inizio di stagione fortemente caratterizzato dalle idee e dal carattere di Vincenzo Italiano, mister con tanta voglia di decollare nel panorama calcistico nazionale.
Il tecnico siciliano ha ereditato il lavoro di Pasquale Marino e buona parte della rosa che si è messa in evidenza con il precedente tecnico.
Rimane il sistema di gioco 4-3-3, ma cambiano tanti spartiti, movimenti e mentalità.
Insomma le condizioni per essere pronti ad acquisire certi dettami la squadra li ha, ma ci sono tante grandi o piccole differenze rispetto al passato che necessiteranno di un po’ di tempo per essere assimilate.
Sul prato del “Maurelli“, poco più di due settimane di fatiche per conoscere il mister e farsi conoscere.
L’impressione da fuori è subito positiva, ti accorgi immediatamente che di fronte a te, con il completo blu griffato M1 hai un uomo che parla e vive di calcio h24.
E la voglia di far apprendere i principi ai suoi ragazzi, il più velocemente possibile, non sfugge.
Ti colpisce la schiettezza del tecnico siciliano, quasi da fratello maggiore, visto che poi la differenza di età e di generazioni calcistiche tra lui ed i suoi giocatori è ancora ridotta.
Se qualcosa non va, non te le manda a dire, ma lo trovi poi a fine allenamento ad intrattenersi con tutti per spiegare e farsi spiegare.
E non mancano i riferimenti alla passata stagione, visto che l’ex tecnico del Trapani si è studiato a memoria tutte le gare degli aquilotti dello scorso campionato.
E l’impronta sul gruppo, mano a mano che le giornate di lavoro procedono, la noti sempre più, anche se di lavoro da fare e di situazioni da affinare ce ne sono ancora tante.
I suoi lo seguono, non senza difficoltà per i ragazzi stranieri arrivati dal mercato: Buffonge e Delano, che comunque, specie il secondo, stanno entrando nei meccanismi.
Le amichevoli hanno evidenziato alcune individualità, oltre alle conferme di big della passata stagione, ed è soprattutto l’esuberanza e la qualità degli esterni d’attacco a dare un senso preciso e rassicurante sulle possibilità della squadra.
Manca qualcosa al centro dell’attacco, e questo ha rallentato il percorso di crescita, ma Italiano con grande eleganza evita di soffermarsi su questo aspetto che però è fondamentale per la vera identità della squadra che andrà a misurarsi con il campionato.
Perché se la difesa con il ritorno di Capradossi ha sistemato il reparto dei centrali, l’assenza da tutte le amichevoli di Galabinov e del suo eventuale alter ego, è evidente.
La fisicità di Gudjohnsen non è sufficiente, anche se il ragazzo pare essere cresciuto rispetto all’anno passato, mentre Pinto, al netto dei sui 19 anni, mostra buone doti ma fatica nel confronto con difensori di categoria.
C’è tutto il tempo di affinare l’attacco e di scegliere se intervenire ancora in qualche ruolo, specie se ci saranno delle cessioni, fermo restando che il portiere Krapikas sta destando buona impressione e quindi arriverà un portiere che accetti di buon grado il ruolo di secondo.
Da definire poi la situazione sulla fascia destra con De Col sempre in uscita.
I prossimi impegni ci diranno qualcosa di più sulla solidità di una squadra che sta pian piano assumendo le caratteristiche del proprio allenatore.
Le premesse ci sono tutte, l’abilità di Angelozzi per completare al meglio il materiale umano e consentire di essere competitivi con le migliori, anche, stai a vedere che ci divertiremo?