[ot-caption title=”Mister Nenad Bjelica osannato dalla Curva – Foto SpeziaCalcioNews” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/10/Bjelica-sotto-la-curva.jpg”]
Una tavola di sogni è stata apparecchiata nella partita più sentita dell’anno e a questa tavola lo Spezia siederà martedì sera, più o meno all’ora di cena.
Molto di positivo c’è da sottolineare nella partita dell’Ardenza, a cominciare dall’approccio e dalla determinazione con cui la squadra ha affrontato fin da subito una delle squadre più in salute del campionato.
Per buoni tratti del primo e del secondo tempo lo Spezia ha dimostrato ottime capacità di palleggio, un giro palla che tanto assomiglia ai palleggi delle grandi squadre, quelle che sanno dettare e guidare i ritmi della partita.
Piedi buoni in tutti i reparti, compattezza costante e capacità di saper contenere, senza affanni, una squadra che veniva da un periodo di forte fertilità offensiva.
Tante volte il Livorno ha sbattuto contro questa solidità non solo difensiva, quanto dei “reparti“.
Un blocco unico e sempre meglio collaudato, che cresce di settimana in settimana, guidato da singoli il cui stato di forma fisico e mentale sta facendo la differenza, vedi Ceccarelli, Juande e Catellani.
A questo si aggiunge grande ordine in campo, centrocampo folto e ben assortito, composto da giocatori ognuno con caratteristiche importanti ma differenti.
Importante è stato poi saper reagire a due episodi che potevano condizionare gli equilibri di una scacchiera ben delineata, e cioè gli infortuni di Situm e De Col.
Il reparto difensivo sbaglia pochissimo, fa della concentrazione, della posizione e dell’anticipo la sua forza, un reparto che ha trovato una manna nell’esperienza di Piccolo, scelta che si sta dimostrando quanto mai azzeccata da parte di Angelozzi in sede di mercato last minute.
Giocatore che, assieme a Ceccarelli, funge da garanzia anche per il più giovane Datkovic, anche lui in crescita.
Qualcosa da rivedere e correggere c’è, è una squadra questa che continua a mostrare una grande fatica nel chiudere il match, alla quale manca ancora l’istinto del killer; specie nel secondo tempo, avrebbe dovuto trovare il modo per pungere maggiormente in contropiede dopo quei cambi che sapevano tanto di arrembaggio da parte di Gautieri.
Ma questa è anche e soprattutto la vittoria di Nenad Bjelica.
Quando in campo riesci a schierare molta qualità e a questa riesci ad unire “quantità” con la corsa, ti metti su una strada buona.
Il 90% delle partite si vincono a centrocampo, e in Italia questo concetto vale leggermente più che in altri Paesi.
Bjelica sembra masticare calcio e segreti italiani da anni e anni.
La “quantità” al servizio della “qualità” mette sempre in difficoltà mentale l’avversario, anche un avversario in salute.
Una squadra che corre tanto e ha poca qualità difficilmente può fare campionati di vertice, nella stessa misura di una squadra con molta qualità ma che corre poco.
La chiave di volta del mister è aver creato una squadra giovane, che corre, che ha piedi buoni e che sa quasi sempre restare corta, in tutte le fasi della partita, correndo molto.
Una squadra che ha queste caratteristiche ha sempre buoni argomenti per fare grandi campionati.
Ecco dove sta vincendo Bjelica, ecco dove occorrono ancora conferme.
Resta una considerazione quanto mai importante, nelle ultime due partite sono stati affrontati probabilmente i due reparti offensivi più forti della categoria assieme al nostro, ed il risultato è stato zero gol subiti.
Se consideriamo anche quanti gol lo Spezia ha subito su rigore dall’inizio del campionato scopriamo forse il punto più importante di tutti per trovare la famigerata “continuità di rendimento“.
Questo è lo Spezia che, lo ribadiamo, una città intera attendeva da anni.
Questo è un mister che da troppo tempo mancava.
Questione di carattere, di mentalità.
La tavola è stata apparecchiata, un boccone dolcissimo martedì sera potrebbe essere a portata di mano.
