Ci sono periodi in cui l’allenatore è un uomo solo, tutte le colpe degli scarsi risultati se le prende lui, a prescindere, tutto ciò che fa è sbagliato.
Questi sono i momenti nei quali capisci se anche la squadra ha deciso che è tutta colpa tua o se ti ha sempre seguito e quindi oltre che giocare da professionista, giocherà anche per te.
Ma il calcio è troppo spesso frutto anche dell’unione d’intenti, della fiducia, della voglia di sacrificio, se queste componenti vengono a mancare diventa tutto più difficile.
Questa sta accadendo nel nostro contesto, questo ci auguriamo sempre che non accada.
Del resto la storia insegna, lo sfiduciato Italiano vince a Pescara e cambia il corso del suo, e nostro, campionato portando poi lo Spezia all’impresa, sono passati poco più di due anni, non decenni.
Senza contare che le squadre dietro allo Spezia in classifica, hanno già cambiato tecnico da tempo, con risultati in alcuni casi anche peggiori dei precedenti.
Infine anche prima della gara con il Lecce, lo stesso direttore Riccardo Pecini ha ribadito il “progetto Motta“, o meglio il suo progetto e quello della società, visto che le scelte sul mercato le ha fatte soprattutto lui.
Ebbene nessuno nega che la squadra ultimamente, tolta la gara con il Sassuolo in casa, abbia avuto difficoltà ed è sembrata più involuta, più che altro impaurita, ma lo scotto di prendere tanti gol lo paghi e lo ha pagato anche il tecnico, alla ricerca dell’equilibrio di squadra.
Non si può però negare come le ultime 4 gare fuori casa a Firenze, Bergamo, Milano e Roma, fossero tutte a vario titolo molto difficili, ma non giocheremo sempre con le prime sette in trasferta.
Quello che stona è che l’ambiente sfiduci il tecnico alla vigilia di una gara fondamentale come quella con l’Empoli, in grande forma in questo momento, specie fuori casa e quindi ancor più temibile.
Proprio quando serve quell’unione d’intenti, pubblico, società, squadra, indispensabile per raggiungere i risultati.
La contestazione dei tifosi dopo la gara giovedì, non solo ci sta, può costituire da traino per la prestazione di domani che di sicuro dovrà essere di altro livello caratteriale, tipo quella già vista contro il Sassuolo, ma che in molti si sono già dimenticati.
La squadra avrà il furore della rivalsa, il tecnico deve assecondarla al meglio e ingoiare la sfiducia mettendoci se possibile qualcosa in più di suo per far ricredere anche chi lo considera un freddo, uno che non sa trascinare la squadra, solo pronto a punire i calciatori che non rispettano le regole.
Servono punti, su quello non si transige, serve mostrare audacia e coraggio, caratteristiche alle quali si è spessissimo aggrappato lo Spezia dello scorso anno, anche e soprattutto quando sembrava che la barca potesse affondare.
Serve che chi sarò al Picco abbandoni ogni pensiero negativo e faccia il suo per appoggiare chi sarà in campo, anche se su questo non abbiamo dubbi, quelli semmai li abbiamo sui numeri.
Quella con l’Empoli sarebbe una gara da stadio pieno, se a Spezia avessimo la cultura calcistica che abbiamo visto all’Olimpico solo sette giorni fa, con 46mila spettatori, tutti con la sciarpa al collo e orgogliosi di tifare la squadra del cuore.
Se vogliamo mantenere la categoria serve spingere la squadra nel nostro stadio, le lamentele sui social, gli improperi, il mugugno continuo, non serve a nulla…