No, forse non si tratta di una terra con connotati fantasy e chiare sfumature fiabesche come quella insita nel romanzo “Il signore degli anelli“, frutto della mente dello scrittore inglese Tolkien.
Quella che gli uomini di mister D’Angelo abitano da un po’ di settimane a questa parte è piuttosto una terra di mezzo sospesa tra sogni di gloria di una promozione diretta e il girone infernale dei Play Off, un tragitto insidioso che può essere affrontato partendo però da una buona posizione al sole, piacevolmente arieggiata.
La vittoria contro la Sampdoria consente alle aquile di riprendere fiducia e ricacciare indietro una Cremonese che, da un po’ di tempo a questa parte, sta cercando di accorciare le distanze dal terzo posto recuperando continuità di risultati e riscoprendo le giocate dei suoi tanti uomini di talento.
Inutile, però, far finta di niente di fronte al capitombolo interno di un Pisa che già pregustava in salotto, da una posizione di assoluta forza, il derby in salsa ligure con pantofole, piedi sul divano e bicchierone di pop corn in mano.
Inzaghi si ritrova, invece, uno Spezia tornato a cinque lunghezze di distanza, qualcosa che non può far dormire sonni tranquilli a una squadra e una piazza che attendono da molto tempo la promozione in massima serie: non è un caso se il tecnico nerazzurro, dopo la sconfitta contro il Modena, si sia in qualche modo scagliato contro quella voglia irrefrenabile di iniziare a far respirare aria di festa in giro per la città, nei giornali, sui social, allo stadio.
Piccole avvisaglie di nervosismo e di quella sindrome da “braccino del tennista” che può essere molto insidiosa per chi vede il traguardo a pochi passi ma deve restare concentrato e “cattivo” fino all’ultimo metro per raggiungerlo effettivamente, mentre l’avversario continua a spingere.
Uno Spezia, quindi, sospeso in una terza posizione che pare essere circondata di perfetta forza di gravità, il modo migliore probabilmente per pensare “partita per partita”, concentrarsi sul pezzo settimanale, non bruciare troppe energie mentali.
I bianchi trovano finalmente i gol di Gianluca Lapadula, in attesa di quelli di ritorno di un Pio Esposito che, anche quando non termina nel tabellino dei marcatori, ci va molto molto vicino.
Una coppia che promette di caricare testa bassa le prossime sfide, due attaccanti con caratteristiche diverse e la cui forza non si trova in tutte le squadre d’alta classifica: uno è il giovane emergente, forza dirompente e senso del gol esploso inesorabilmente in questa stagione, l’altro un lupo della categoria, esperienza, capacità di smarcamento in area di rigore come pochi, cattiveria agonistica da grande attaccante.
La speranza, per il popolo bianco, è che la doppietta contro la Sampdoria possa davvero aver fatto svoltare l’attaccante nazionale peruviano, uno che spesso nelle precedenti esperienze è partito col freno a mano tirato per poi non fermarsi più dopo i primi gol realizzati nelle diverse piazze che ha girato e nelle quali ha spesso vinto.
Se anche la difesa aquilotta – la migliore tra tutti i campionati professionistici italiani – ritroverà la solidità degli scorsi mesi, se il centrocampo recupererà forze, qualità e alternative di peso nei 90 minuti, ecco allora che il rush finale potrebbe davvero rivestirsi di connotati imprevedibili fino a far alzare le aquile da questa terra di mezzo che, male che vada, andrà comunque strenuamente difesa fino all’ultima giornata.