FOCUS – “Siamo stati altissimi..”

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Siamo stati altissimi al cospetto della vecchia signora..” potrebbe essere uno dei refrain più comuni in bocca agli appassionati delle aquile in queste ore che seguono al match contro la Juventus.
Questione di mentalità, in questa occasione semmai leggermente velata d’imprudenza. Ma poco cambia.
Già il nostro mondo calcistico, mister Vincenzo Italiano, l’ha cambiato eccome in questi mesi.
Ha cambiato categorie, spirito, identità di gioco, ribaltato cabale, allontanato spettri di sfortune di ogni tipo.
Ha cambiato la storia di un club con la forza tenace di un’idea di calcio d’insieme, con l’idea che terzini e mezzali debbano partecipare vivamente a un progetto comune in tutte le fasi di gioco, senza dare punti di riferimento alcuno all’avversario.

Ieri contro la Juventus, ancor più delle scorse settimane, mister Italiano ha consacrato questo ribaltamento storico.
Un conto sono le dichiarazioni della vigilia, quando un pò tutti possono dirsi disposti a giocarsela, a dare il massimo, a non snaturarsi contro qualunque avversario. Un conto poi è mettere in pratica il tutto.
Ieri lo Spezia ha giocato a calcio, pressione alta e difesa in avanti, contro una squadra che conosciamo tutti.
L’ha fatto calcolando rischi e opportunità, rifilando per buoni tratti di gara e quasi fino all’ultimo, qualche grattacapo importante a mister Pirlo.

Il tabellino narra di una gara ben più equilibrata di quel che recita il punteggio finale, figlio dell’ingresso in campo di un giocatore devastante e riposato, Cristiano Ronaldo, di fronte a una difesa in difficoltà e a corto di cambi che fin li, pur coi rischi portati dall’atteggiamento tattico assunto, aveva eseguito in pieno il compito richiesto dal mister alla vigilia.
Non sempre vince Davide, contro Golia, ma esistono momenti nei quali i più piccoli mostrano coraggio, personalità, idee da grandi. Elementi utili per crescere e non abbandonare nemmeno per un secondo quella strada che pare essere stata intrapresa per realizzare soltanto cose speciali.

Oggi si discute se quell’atteggiamento cosi coraggioso, quantomeno nella ripresa, sarebbe potuto essere un pò smussato, riequilibrato, adattato all’ingresso in campo del marziano, con uno Spezia per altro pienamente in partita.
Tutto lecito, se non fosse che mister Italiano credeva davvero di poter mettere fino all’ultimo in imbarazzo la Juventus, vista la buona gamba e le buone risposte dei suoi dalla cintola in su.
Sui piedi e sulle teste di Chabot, Bastoni, Agudelo, Farias e NZola, nella ripresa, sono capitati palloni molto invitanti, in area di rigore, dopo quel gran finale di primo tempo.

Quella di ieri è la consacrazione di una mentalità ben precisa, che ancora guarda all’insieme nonostante qualche problemino a livello individuale, vedi il calo fisiologico di capitan Terzi o la mancanza di ricambi adeguati in difesa. E gli inconvenienti non si fermano certo qui.
Si guarda con convinzione al medio-lungo cammino, rafforzando un concetto meraviglioso anche nel contesto di una sconfitta divenuta negli ultimi minuti pesante si, ma tutt’altro che umiliante.

L’orgoglio di un’intera città sportiva è li a dimostrare quanto fascino ci sia dentro quest’idea: l’idea di poter sopperire a un deficit di talento e di esperienza con molte altre compagini di massima serie, attraverso un disegno collettivo spensierato, propositivo e altamente organizzato. Talvolta perfino spavaldo.
Che punta però sempre e soltanto a guadagnare metri di terreno in avanti, in qualunque circostanza.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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