FOCUS – Non è solo questione di organizzazione

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Dopo ogni partita verrebbe quasi la voglia di tirare una riga per fare un primo bilancio dei valori messi in campo in questo inizio di campionato.
Il tempo però è quello che è, il calendario pure, senza considerare che il calcio è un corso d’acqua continuo, sempre in movimento.

I complimenti unanimi, per nulla allentatisi dopo il pareggio di Cagliari, riguardano quel che colpisce a colpo d’ occhio della squadra di mister Italiano, ossia l’organizzazione di gioco.
Un po’ dentro tutte le partite, compresa la prima netta sconfitta contro il Sassuolo, i bianchi hanno mostrato la loro idea di calcio, la loro mentalità. Il disegno studiato con coraggio dal tecnico aquilotto per impattare senza troppe remore questo salto di categoria.

Perfino contro Milan e Juventus, dicevamo, per circa un’ora di gioco si è trattato di gare equilibrate, affrontate senza mai snaturarsi, senza barricata alcuna come può essere invece nella normalità delle cose. E come avviene per quasi tutte le “piccole” del campionato al cospetto delle big.
Ma ci sono altri ingredienti altrettanto fondamentali lavorati allo stesso livello d’intensità della parte tattica, ossia il temperamento, la “fame”, la “garra”. Lo spirito di sacrificio che porta a dare il massimo su ogni prima e seconda palla.

Lo Spezia non è squadra che molla facilmente l’osso quando parte in pressione.
Rispetto ai primi mesi della passata stagione ha imparato anche ad essere più “cattiva”, nonostante l’età media media tra le più giovani anche in questo campionato.
Alcuni nuovi acquisti sono stati fondamentali in questo senso, parliamo di Chabot, di Estevez, di Pobega, di Verde, di Agudelo, caratteristiche insite anche in Mattiello e Ismajli, per quanto ancora gli ultimi due siano stati costretti ai margini in questo avvio di stagione.

Gente giovane, ognuno con un temperamento ben marcato e tanta voglia di compiere un ulteriore salto di qualità.
Ragazzi arrivati con la massima disponibilità al lavoro, che hanno saputo integrarsi fin da subito col resto di un gruppo che già conosceva a memoria il verbo di Italiano sia da un punto di vista tattico che caratteriale.
L’esempio più lampante che viene in mente pensando a queste ultime settimane è l’argentino Estevez, jolly di centrocampo che ha stupito fin da subito per il modo col quale riesce a dosare tecnica sopraffina e doti da combattente che paiono innate, per lui figlio di una terra che regala al calcio europeo tantissimi giocatori di assoluto valore sotto entrambi i punti di vista. Da sempre.

Con lui e Pobega ai fianchi di Ricci, mister Italiano ha da un po’ di tempo trovato garra e fisicità, gamba e pericolosità negli ultimi metri avversari. Spada e fioretto indispensabili per riuscire a giocare come gioca questa squadra, con quel baricentro, con quella necessità di mordere palla all’avversario anche lontano dalla metà campo aquilotta.
Due giocatori potenti, dinamici, a tratti anche eleganti, che non tirano indietro la gamba.
Due delle rappresentazioni migliori di questo centrocampo assai bene assortito.

Anche su questo aspetto, oltre a quello tattico, siamo certi che Vincenzo Italiano non calerà il tiro durante la settimana.
Da giocatore lui era un pò questa fotografia, da allenatore sta modellando sui suoi giocatori tutte queste qualità indispensabili per giungere a grandi traguardi.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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