L’Editoriale – Tra no vax e sotto pagati, la pazza estate del tifoso spezzino

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A questo punto manca solo che le cavallette invadano il Trentino divorandosi l’erba del campo sportivo di Ronzone, dove lo Spezia si trasferirà dal 28 luglio, per completare la pazza estate che lo Spezia e i suoi tifosi stanno passando.

Una serie di vicissitudini da poterci scrivere un best seller assoluto, un benvenuti in Italia per la famiglia Platek da brividi.

Si perché per i Platek tutto è iniziato appena messa la firma sulle carte che sancivano il passaggio della società, con la questione Stadio, non certo conosciuta al meglio, da affrontare nei tempi più celeri possibile.
Poi è stato il tempo delle scelte, con la fiducia incondizionata concessa al tecnico dei miracoli che un battito d’ali dopo decide di scappare verso lidi più ‘famosi‘, ma anche fumosi.
Una bella sberla alla quale ne seguiranno altre, dalla sentenza della Fifa al Covid in ritiro, tanto che ora c’è da augurarsi che la sfortuna prenda strade diverse.

Cronologicamente, se escludiamo l’ineluttabile annullamento delle amichevoli di tutta la prima parte del ritiro, gli ultimi due capitoli del romanzo sono stati scritti ieri e partono dalle dichiarazioni improvvide del medico sociale Vincenzo Salini da una parte e quelle dell’ex tecnico Vincenzo Italiano dall’altra.
In entrambi i casi il silenzio sarebbe stato quanto mai manna dal cielo, per tanti motivi, ma tra giornalisti e tifosi che ti stuzzicano, le parole scorrono e lo Spezia tra ieri e oggi è di nuovo sulla bocca di tutti a livello nazionale.

Due situazioni diverse, le accomuno solo perché coinvolgono lo Spezia e lo portano alla ribalta nazionale, non certo perché assimilabili.
Dispiace però constatare come talvolta ci si faccia del male da soli, basterebbe pensare un attimo di più, contare sino a 50 se dieci non basta.

La questione no vax è di certo uno degli argomenti di questo periodo, merita attenzione e rispetto, come merita rispetto chi decide di non farsi vaccinare, provare a dire il contrario non è corretto.
Del resto l’istituzione dell’obbligo vaccinale per alcune categorie sta continuando a creare opinioni contrastanti, così come la volontà di restringere solo ai possessori del green pass la possibilità di fruire di determinati servizi.

Ma non è questo il punto, arrivare ad ‘accusare‘ un atleta di essere l’untore senza averne la certezza assoluta, con il solo scopo di mettere alla gogna il no vax nel calcio, non può in nessun caso essere accettabile.
Inoltre il consiglio sempre valido di ‘lavare i panni sporchi a casa propria‘, sempre che la definizione possa essere o no calzante, è di sicuro da seguire in questi casi, senza nemmeno porsi il dubbio se farlo o no.

Passando invece alla ‘vicenda Italiano‘ alla quale si è aggiunto un altro capitolo, e non sarà di certo l’ultimo, spiace rilevare quanto ogni parola si aggiunga, non faccia altro che peggiorare una situazione già compromessa.
Ogni giustificazione che, presa a se stante, potrebbe anche essere discussa, mescolata a incomprensibili cadute di stile del tipo “ho trascorso due anni sotto pagato a Spezia“, rendono il tutto sempre più difficile da comprendere.

Che qualche tifoso spezzino potesse del resto raggiungere Moena era scontato, ignorarlo non peggiorava di certo le cose caro Vincenzo, rispondere con certe frasi invece si, non c’è altro da aggiungere.

L’unica speranza è che d’ora in avanti si torni a parlare dello Spezia per descriverne le gesta sportive in maniera positiva e che Thiago Motta e i suoi ragazzi stupiscano sul campo, perché per il resto abbiamo già abbondantemente dato, e siamo solo al 20 luglio..

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