[ot-caption title=”I due mister della gara di Chiavari, Bjelica e Prina – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/02/Bjelica-Prina.jpg”]
Sui social, da ieri, si contrappongono i pensieri e le opinioni sul momento della squadra.
Come al solito c’è l’obiettivo, il disfattista, quello che sa tutto e anche quello che rimpiange il passato, o anche solo il giocatore partito nel recente mercato.
Ma c’è anche chi, come Giorgio Parigi, vuole ricordare a tutti da dove veniamo, anche per imparare a saper accettare il momento attuale di squadra e società, anche rispetto ai programmi futuri.
Ecco il suo pensiero:
“Tutti a rimpiangere un passato che non c’è più, è cambiato il calcio, è cambiato il mondo, tutti a rimpiangere giocatori dei bei tempi, ma quali bei tempi?
Ho passato 53 anni della mia vita, ogni domenica a seguire le mie aquile, certo mi ricordo grandi giocatori e grandi uomini, ma ricordo pagliacci e vagabondi, ricordo dirigenze che oltre il lavoro e sacrificio, non poteva dare di più, ma ricordo anche imbroglioni, affaristi leggere che con lo Spezia volevano fare solo affari…
Nel cuore mi sono rimasti i Vallongo i Telesio i Ferretti, Spalletti, Barbuti, Roffi, Spanio, Coti, Guidetti e molti altri che hanno onorato la maglia bianca…
Ricordo una tifoseria che era integra compatta, fatta di tanti vecchi e tanti giovani che amavano lo Spezia e soffrivano per lei, eravamo poveri e facevamo quello che si poteva, quando avevamo un buon giocatore, l’anno dopo eravamo costretti a venderlo…
Ora siamo ricchi, come società, e pensiamo che con i soldi si possa fare tutto, non è così, nel calcio ci vuole tempo, capacità e intuito, prima o poi ce la faremo, a dispetto dei pseudo tifosi imborghesiti che avranno visto cinquanta partite delle aquile, pronti a gettare fango su tutto e su tutti…
Vergognatevi…”