Sono giorni un po’ strani quelli che si stanno vivendo intorno all’orbita Spezia Calcio.
Sono tante le domande che assillano gli sportivi riguardo all’immediato futuro tecnico e societario, stretti da una parte dalla delusione per essere fuori dai giochi in anticipo rispetto alle nostre abitudini, dall’altra sospinti dal desiderio di una nuova programmazione, di migliorie varie, di continuità, per chi guarda a questi 50 punti come ad un bicchiere mezzo pieno.
Tutto gira, è evidente, intorno alla voglia del Patron di sistemare e saldare alcuni aspetti che in questi anni di gestione sono stati lacunari o approssimativi all’interno della struttura societaria, un aspetto che di riflesso si ripercuote poi sul campo, sugli staff tecnici, quindi sulla vera programmazione.
Per troppo tempo ci si è affidati all’istinto, alla continua necessità di volti e figure nuove dentro e fuori dal campo, a discapito chiaramente del buon grado di continuità che dovrebbe guidare una società di provincia che ha il sogno di fare qualcosa di grande partendo, finalmente, dai frutti offerti anno dopo anno dal proprio settore giovanile; frutti finiti direttamente anche in bilancio, roba che qualche anno fa pareva una chimera.
Per far questo, probabilmente, c’è bisogno di dare le chiavi della società in mano alla figura di un uomo forte, un uomo che sovrintenda ogni altra scrivania, senza aver paura che questi finisca per fare ombra ad altre figure in seno alla società.
Uno alla Angelozzi, per intenderci, che possa dar sostegno e forza all’area tecnica con la sua esperienza, che possa andare a pescare elementi validi a prezzi non esagerati, cosi che si possa tornare ad investire in maniera intelligente, senza gli esborsi faraonici di un tempo, ma pur sempre cifre in grado di farci competere verso l’alto pescando elementi strettamente necessari alla causa.
Innesti nei ruoli giusti, ma gente di peso, giocatori integri fisicamente in grado di dare da subito un’impronta importante.
Per far questo, è evidente, occorre liquidità, stabilire un budget possibilmente elastico col quale il nuovo D.G. ed il D.S. Andrissi, se sarà ancora in sella, possano far valere le loro indubbie capacità.
Già nei prossimi giorni serviranno idee chiare da far valere poi sul mercato, con una comunicazione possibilmente esaudiente per una piazza che per vari motivi, negli ultimi mesi ed in parallelo coi risultati del campo, ha spento qualche entusiasmo di troppo.
La politica dei giovani darà ancora frutti, sia in campo che in banca, sarà quindi fondamentale apportare pochi ma significativi accorgimenti tecnici ad una rosa che non richiede di essere ancora stravolta, sebbene a questo giro un reset deciso possa sembrare maggiormente giustificato rispetto agli scorsi anni.
Non è cosi, però, che funziona.
Diverse squadre che fanno il salto o che vivono stagioni importanti, vengono da stagioni precedenti non esaltanti ma delle quali hanno saputo salvare il meglio, aggiustando solo laddove occorre, senza stravolgere e partendo dallo stesso mister.
Sarebbe importante dare continuità di scrivania e magari maggiori possibilità operative ad un D.S. come Andrissi che conosce al meglio anche una realtà, come la Serie C, nel cui serbatoio si potrebbe pescare il meglio, arrivando in anticipo su gente affamata e di qualità appetita anche da altri club.
Gli argomenti, ad una società con una Proprietà come la nostra, non possono e non devono certo mancare, altrimenti verrebbe meno tutto il piano originario, tutta l’ambizione mai sopita o nascosta.
Ecco perché occorrono, da subito, idee chiare, tempestività e comunicazione adeguata.
