FOCUS – Con gli occhi pieni di gioia, godere solo a metà..

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Dapprima erano gli autunni, i periodi che non ci arridevano in termini di strisce positive, episodi favorevoli, arbitraggi neutrali o, perchè no, amici.
Autunni nei quali spesso le squadre di Bjelica, di Mimmo Di Carlo, di Gallo, hanno lasciato per strada punti sempre un pò importanti e decisivi al fine di compiere quel salto di qualità che pare non voler arrivare mai, neanche quando sembra essere giunto il momento.
Questo, per esempio, potrebbe essere uno di quelli.

Pasquale Marino, e come lui lo zoccolo duro dei 5.000 sostenitori aquilotti, hanno visto crescere mese dopo mese il livello di gioco e di personalità di questa squadra.
Negli ultimi due mesi e mezzo, però, al salto di qualità sul piano delle prestazioni non è corrisposto un conseguente salto di qualità dal punto di vista di ciò per cui si combatte settimanalmente: i punti in classifica.

Il guaio è che non esistono colpe specifiche, se escludiamo quelle, che pure ci sono, di un cinismo troppo spesso latente, di un killer instinct lasciato sovente sulle panche di uno spogliatoio.
Una colpa, certo, che assume più i contorni di un peccato, vista la mole di gioco, la determinazione, la fame di un gruppo che a detta di tutti gioca un calcio speciale, per questa categoria.
Il pareggio di Brescia non sarebbe stato affatto un peccato, anzi, se fossimo stati leggermente più fortunati nei pressi dell’area piccola durante la partita contro il Venezia.
E’ adesso, e ancor più beffardamente, che si sente la mancanza di qualcosa che pure sarebbe ampiamente meritato, sono quei due punti, nel contesto di una guerra di posizione che in questa categoria ti obbliga, di settimana in settimana, a fare spallate con cinque, sei, sette squadre per due-tre posti al sole.

L’esempio delle ultime due partite, lasciando volontariamente fuori il discorso arbitrale sul quale ci sarebbe da scrivere un libro a parte, è appunto solo un esempio di quanti punti non tornano nei conti generali.
La sensazione è che basti veramente poco a questa squadra per compiere una striscia di vittorie pesante, qualcosa che è assolutamente alla portata di un gruppo che ha raggiunto un tale grado di affiatamento e di mentalità.
La realtà è che, nonostante questi mesi di assoluto valore, le aquile sono costantemente a braccetto – quando più quando meno – con un centro classifica che pare una bestemmia persino agli avversari.

Quel cinismo mancato per tanto tempo, la sfortuna e gli episodi negativi che regalano beffe con incredibile continuità, momenti importanti condizionati spesso da un vento impietosamente contrario, insomma, tutto uno strano destino che si diverte a non farci trovare strade quantomeno pianeggianti.
Questa è l’abitudine dei nostri ultimi anni in cadetteria, per fortuna affiancata dalla convinzione che quel pallone, quest’anno, rotola come desideravamo, divertendoci, tenendoci col sedere costantemente attaccato alle gradinate.

Gli occhi sono pieni di gioia, anche se i conti non tornano ancora.
Se le gambe, però, continueranno a girare con questa intensità, se Galabinov e Da Cruz regaleranno sostanza e gol al nostro attacco, chissà che non possano arrivare anche solo quei 6 punti in due partite che ti permetterebbero di compiere un enorme salto in alto mentale, morale, sostanziale.
Perchè un rischio c’è, quando la ruota non gira bene e sei costretto ad inseguire, ed è la convinzione che non puoi più di tanto continuare a sbagliare, a pareggiare, a pagare dazio alla sfortuna.
Non puoi perchè poi il tempo è sempre meno, per recuperare, mentre i margini di errore si restringono ed altre squadre potrebbero essere spinte, alle spalle, da quello stesso vento che tanto desideriamo.

Ecco perchè oggi siamo incredibilmente felici a metà.
Perché sappiamo che non è semplice tenere certi ritmi ed è certamente complesso, per noi, trovare punti facili, col minimo sforzo, magari qualche volta immeritati.
Che poi, tutto ciò, fin dall’autunno fa la differenza nel peso di annate più o meno buone e sono, amaramente o fortunatamente per chi ci capita, gli elementi meno allenabili sul campo.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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