Lo Spezia non è in crisi, ma è fuor di dubbio che da un mese a questa parte abbia perso quello smalto che l’aveva portato a ridosso delle primissime posizioni, fino a far fare a tutti più di un pensiero stupendo.
La debacle ancora incomprensibile di Carpi pesa come un macigno sulla nostra classifica attuale, all’interno di quella costante guerra di posizione che è la zona Play Off.
Lo Spezia a 40 punti, oggi, parlerebbe d’altri argomenti.
A questo, si aggiunge il problema legato alle importanti e ripetute defezioni nel reparto arretrato e, soprattutto, in quello offensivo.
A Pescara le contemporanee assenze di Gyasi e Bidaoui, sommate all’iniziale panchina di Okereke e la scarsissima vena di Galabinov, hanno privato le aquile di quasi tutta la loro imprevedibilità offensiva, assenze che hanno pesato e che rischiano di pesare ancora.
Episodi, questi, che possono determinare qualcosa in negativo nell’economia del cammino di ogni squadra, episodi che negli ultimi anni ci hanno spesso martellato nei momenti clou.
Diventi una squadra “normale” se non puoi esplodere per intero il tuo potenziale offensivo, che sia dall’inizio o a partita in corso; per il gioco di Marino, essenziale è non perdere potenza e freschezza sugli esterni che affiancano la punta centrale.
Pierini che non vale Bidaoui, Galabinov che attualmente non vale Okereke, Da Cruz che pare dare il meglio a partita in corso, ecco che a Pescara lo Spezia è apparso più che mai bloccato dalla tre quarti in su.
Per il resto, poi, questa è una squadra che tiene il campo sempre con personalità e qualità contro chiunque, stante un’organizzazione di gioco tra le migliori in cadetteria.
Proprio qui risiede il peccato per il mancato salto di qualità in classifica, un qualcosa che pare incomprensibile se pensiamo alla qualità delle prestazioni che gli uomini di Marino sfornano da mesi con buona continuità.
Domani contro il fanalino di coda Padova, al “Picco”, i punti peseranno tanto e, d’ora in poi, ancor di più, a prescindere dagli avversari.
Tre punti da non dare per scontati, perchè qualunque formazione giochi per non retrocederesi presenterà col coltello tra i denti, e perchè i bianchi dovranno ancora fare i conti con le tante defezioni nel reparto d’attacco.
Chiedere a Galabinov qualche gol finalmente pesante pare inevitabile, ma adesso più che mai potrebbe tornare utile quel dato che vede le aquile andare in gol col maggior numero di interpreti in questo campionato.
Unica ricetta possibile per tornare a fare pensieri in grande, in attesa di recuperare tutti gli effettivi d’attacco.