FOCUS – Spezia, un patrimonio tutto tuo, ora la “ciliegina”..

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Rispetto agli scorsi anni, ma oseremmo dire rispetto alla storia recente dello Spezia Calcio, la società di via Melara può vantare un parco giocatori quasi esclusivamente di proprietà.

Guido Angelozzi, in due sessioni di mercato, ha ribaltato quella che era, che è, una consuetudine un po’ di tante società dalla serie cadetta in giù, ossia rivestirsi di tanti prestiti, di tanti giocatori che hanno la casa madre da un’altra parte.
Il minimo sforzo per “attraversare” l’annata con giocatori non di proprietà.

Le cessioni di Okereke e di Augello hanno permesso al D.G. di riconfermare quasi in blocco i titolari della scorsa stagione, compresi quelli che avrebbero mercato e che hanno diversi estimatori in giro per l’Italia.
Un dato, questo, passato forse un po’ troppo in silenzio, intenta com’è la piazza nell’attendersi ancora qualcosa di importante dal mercato degli ultimi giorni.
Tutto lecito, oltre che auspicabile, data l’annata negativa di Galabinov, qualche suo acciacco fisico di troppo, ed un attacco che deve assolutamente trovare una via del gol quanto più fluida, con gente che veda la porta con la maggiore facilità possibile.
Non è semplice, occorre investire, ma lo Spezia può e deve rispondere “presente“.

Attenzione però, come dicevamo, a sottovalutare la “patrimonializzazione” messa in atto dal dirigente siciliano da un anno a questa parte, dalle operazioni di allungamento contrattuale di Okereke ed Augello quando in pochi ci credevano, a quelle di Maggiore e Vignali, fino ad arrivare ad oggi, ad una situazione nella quale la rosa è praticamente esclusiva Spezia Calcio, ad eccezione di Fede Ricci e Marchizza.
Giocatori magari non molto conosciuti ma provenienti da campionati importanti, studiati e valutati attentamente, costati qualcosa in termini di cartellino e di ingaggi; alzi la mano chi, del resto, durante la gestione Bjelica conosceva giocatori come Chichizola, Situm, Juande, Brezovec , Gagliardini o Errasti, o chi, andando un po’ più indietro, avrebbe scommesso su Piccini o Mario Rui..
Che poi, pensandoci, basterebbe pensare agli stessi Augello ed Okereke, o Capradossi e Matteo Ricci, per fare qualche esempio attuale.

Un patrimonio, quello di oggi dunque, sul quale mister Italiano potrà lavorare sul presente, contando perchè no su un maggiore coinvolgimento mentale da parte di ragazzi che hanno tutto l’interesse di portare questa società il più in alto possibile, perchè è la società che ne detiene il cartellino ed il cui valore, aumentando, aumenta anche il singolo.

Niente di meno, poi, si tratta di un patrimonio certamente in grado di fruttare, nel prossimo futuro, altri affari alla stregua di Augello ed Okereke, oppure di minore entità ma comunque in grado di finanziare una società sana nel medio periodo.
La politica adottata da certe società di provincia divenute, negli anni, delle oasi calcistiche che hanno fondato la loro ricchezza su dirigenti abili in grado di auto-finanziare i propri club a 360 gradi, qualcosa che poi ti porta anche ad investire in giovani di qualità.

Certo, a questa bella politica di patrimonializzazione della rosa, è auspicabile dare una spinta ulteriore se davvero quel progetto triennale partito lo scorso anno è ancora all’ordine del giorno.
Ecco perché tutti aspettano un attaccante in grado di poter andare in doppia cifra al pari se non più di Galabinov, che bomber di razza, attenzione, non lo è mai stato fino in fondo.
Ecco, qualcosa del tesoretto andrà indirizzato senza indugi in questa direzione, se davvero si vuol provare ad alzare l’asticella in maniera pesante in un anno nel quale mancano quelle società in grado di far paura solo a pronunciarne il nome.

In questo caso, beh, se necessario val bene un prestito, nessuno se ne accorgerà…

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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