Il PAGELLONE dell'andata: Mister Italiano

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VINCENZO ITALIANO – 6,5
Quando Guido Angelozzi, una volta rotto il rapporto con Pasquale Marino, decide di puntare su Vincenzo Italiano, gli addetti ai lavori nazionali applaudono alla scelta.
Certamente si tratta di uno dei tecnici emergenti del calcio italiano, che molto bene ha fatto in Lega Pro, conquistando una promozione che sa dell’incredibile col Trapani, in un contesto ambientale a dir poco burrascoso.
Amante di un 4-3-3 talvolta un pO’ spregiudicato, con quei terzini che molto hanno a che fare con la manovra in un ruolo quasi continuo di interscambio con le mezzali, inizia l’avventura sulla panchina aquilotta con qualche problema di troppo.
Lo 0-3 iniziale di Cittadella illude i più, perché da li in avanti la sua squadra denota problemi di tenuta difensiva, mentre davanti non eccelle per concretezza e a centrocampo si fa grande fatica ad unire le due fasi, a tenere corta la squadra.

Se in mezzo ci metti anche qualche episodio sfavorevole, vittorie mancate per un soffio e qualche errore gratuito – ma decisivo – dei singoli, ecco che la frittata è compiuta: lo Spezia naviga nei bassi fondi della classifica per buona parte del girone d’andata, nella paura e nello scetticismo generale.
La sconfitta interna contro il Trapani segna il punto più basso della gestione Italiano; la contestazione ai cancelli era qualcosa che ci si poteva attendere: tutti erano chiamati ad una svolta, nonostante la piazza fosse concorde nel capire che si era di fronte ad una squadra giovane, vittima anche di un pizzico di sfortuna e, probabilmente, anche poco rinforzata durante il mercato estivo.
Vincenzo Italiano viene addirittura “difeso“, in lui e nella sua tempra da combattente la tifoseria più calda, cosi come Angelozzi, intravedono margini per uscire da una situazione complicatissima.
Qui è bravo il tecnico siciliano.

Un po’ per scelta, un po’ per necessità, capisce che è il momento di lasciare per un attimo da parte qualche aspetto tattico che non pare vestirsi a pennello con i suoi interpreti.
Richiama lo spirito di sacrificio di ognuno, blocca i terzini in un ruolo maggiormente di copertura, l’infortunio di Matteo Ricci gli consegna un Bartolomei in grande spolvero, capace di fare diga davanti alla difesa.
Una difesa nella quale Terzi si fa un po’ da parte, da vero capitano capisce i limiti portati dall’età che avanza, e cosi abbiamo il lancio di Erlic e di Marchizza, oltre a quello di Salva Ferrer.
Tre giovani di buona levatura, che apportano fisicità e tecnica ad una difesa troppo spesso tagliata in due e vittima di qualche amnesia di troppo.

Da Pescara in poi, col lancio di Gudjohnsen ed il recupero graduale di Bidaoui e Ragusa, lo Spezia diventa sempre più compatto, roccioso, difficile da perforare, ed inanella una serie positiva lunga, interrotta solo in quella incredibile sconfitta di Pisa.
Dalle sabbie mobili dei bassifondi, Italiano si ritrova ad un passo dai Play Off, con altri orizzonti possibili a portata di mano ma pur sempre nel contesto di una classifica davvero troppo corta per capire, ora, di quale destino morire.

Il mercato di riparazione low profile gli consegna quanto meno un attaccante che conosce bene per averlo avuto a Trapani, Nzola.
E, giochi del destino, l’anno nuovo gli riconsegna persino Andrej Galabinov, oltre ad un Gudjohnsen cresciuto sotto diversi punti di vista.
Tre centravanti di ruolo.
Gli basterebbe che uno dei tre trovasse quel classico periodo nel quale, colpendo la palla anche di stinco, quella termina in fondo al sacco…
Allora il suo Spezia, che dietro appare quanto mai quadrato, potrà davvero dire la sua fino in fondo, divertire. Stupire.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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