Nelle ultime 13 partite, gli stessi punti per Spezia e Pordenone: 24.
Domani, al “Picco”, non sarà una partita come le altre, sarà una di “quelle” partite che possono segnare davvero il salto di qualità, la svolta definitiva o ulteriore.
Una di quelle, per intenderci, che lo Spezia ha fallito troppe volte nel recente passato, tra le mura amiche.
I bianchi ci arrivano in piena salute, con le loro 6 vittorie, 6 pareggi ed una sola, rocambolesca sconfitta negli ultimi 13 match disputati.
Uno Spezia che ha trovato una sua fisionomia ben precisa, che sta bene atleticamente, che in questi mesi ha colpito per la sua crescita generale, continua, progressiva.
Mister Italiano non ha mai digerito la sconfitta dell’andata, una sconfitta tra le più pesanti perchè immeritata, arrivata dall’unico pericolo realmente esistito per la porta delle aquile, su palla da fermo, uno stop che seguiva un’altra sconfitta immeritata come quella del turno precedente, contro il Crotone al “Picco”.
Due cadute consecutive che ammaccarono inesorabilmente la fiducia di tutti, l’umore della piazza, la crescita dei giovani, condizionando tutto un percorso che si fece improvvisamente in salita dopo la brillante vittoria all’esordio contro il Cittadella.
Cura dei particolari e aspetto motivazionale sono stati trattati al massimo in settimana, per non abbassare certo ora la tensione, per alimentare anzi quella lucida follia che una squadra cosi giovane e cosi di talento, ora, deve sprigionare senza sosta, se davvero ambisce a costruire qualcosa di speciale.
Una squadra che va accompagnata, che il suo pubblico deve assecondare nei pregi e nei difetti, ma farlo in maniera finalmente decisa, compatta, non pensando ad altro che al campo e a quella maglia che viene costantemente sudata ogni fine settimana, al di là dei risultati che pure, ora, ci sono.
Mancherà Luca Mora, ma l’ottima prova di Matteo Ricci a Crotone e la recente verve positiva di Bartolomei lasciano ben sperare. Maggiore, Mastinu ed Acampora si giocheranno l’altra maglia da titolare, sebbene quest’ultimo pare poter dare davvero il meglio di sé a partita in corso, quando può mettere gamba e dinamismo all’interno di una partita che ha bisogno di forze nuove.
E se il reparto difensivo sembra prontissimo per essere riconfermato in blocco, davanti il tecnico aquilotto ha quasi l’imbarazzo della scelta, visto che l’unico assente sarà Bidaoui, mentre Di Gaudio sarà presumibilmente a disposizione dal prossimo turno di campionato.
Difficile fare a meno di Gyasi e di Ragusa, anche se l’attaccante ex Verona non sempre riesce a dare il meglio di sé sulla mattonella di destra, la dove invece Gyasi si è espresso bene anche lo scorso anno.
Federico Ricci è alternativa forte per una maglia da titolare; il talento romano è in crescita di convinzione e probabilmente anche di condizione atletica, le ultime apparizioni l’hanno visto protagonista sia da titolare che a partita in corso.
Gli manca una giocata importante, un gol in grado di sbloccarlo pienamente dal punto di vista mentale.
Nzola, se darà garanzie di piena efficienza dopo un lieve affaticamento accusato ad inizio settimana, sarà il centravanti, con Galabinov pronto a subentrare.
Due centravanti diversi, alternativi, che possono essere scelti a seconda degli avversari e dei vari momenti delle partite.
Ma il pubblico, dicevamo, dovrà tornare ad essere l’arma in più.
Poco importa se questa pare presentarsi come una di “quelle” partite delle quali non si è mai venuti a capo.
Se davvero gli aquilotti appaiono essere la formazione più in forma di questo campionato, deve provare ad azzannare, finalmente, “quel” tipo di partite li, quelle per noi cosi invalicabili, stregate, anche molto sfortunate.
Del resto, per tutti può arrivare un momento per tutto.
