C’era dannatamente bisogno di loro, oggi ancor di più.
A Cremona, pur rientrando dalla panchina, torneranno due dei lungodegenti della banda di Vincenzo Italiano, ossia Di Gaudio e Matteo Ricci.
Il primo porterà un pò di ossigeno ad un reparto avanzato sempre più ridotto all’osso, settimana dopo settimana.
Davvero fa sorridere, se non disperare, quel meraviglioso pensiero legato alla regola dei cinque cambi che mai, come questa volta, pareva un ordine proveniente dall’alto che ci sarebbe addirittura calzato a pennello, prima delle varie indisponibilità di Di Gaudio appunto, Bidaoui, Federico Ricci, Galabinov e dell’adattato Mastinu.
L’ex Carpi è uomo da finali di campionato “caldi”, esperto in promozioni in massima serie, da anni un fattore per questa categoria.
Giocatore imprevedibile, di grande personalità ed esperienza, concreto il giusto nei momenti che contano.
Arrivato a gennaio dall’ Hellas Verona, sono state poche ma proficue le occasioni nelle quali ha potuto mettere in mostra le sue doti, prima dello stop legato al Covid.
Col suo recupero, Gyasi potrà avere qualche valido motivo per rifiatare quel tanto che basta per essere tirato nuovamente a lucido in vista dei Play Off.
Matteo Ricci avrà lo stesso compito “rigenerante” di Di Gaudio, ma in questo caso per quel che concerne la mediana.
Una mediana che a Cremona perderà Maggiore per squalifica, che si affiderà ancora ai tre “di gamba” Acampora, Mora e Bartolomei, con Ricci che potrà rimettere piede in campo, si spera, per almeno 20-25 minuti, in una partita che ci si aspetta tirata e complessa, vista la metamorfosi di una Cremonese che appare rigenerata dalla cura Bisoli, assetata di punti salvezza.
Presumibilmente, saranno proprio Ricci ed Acampora ad alternarsi in queste ultime giornate prima dei Play Off nel ruolo di regista.
Bartolomei prima, Acampora ora, hanno fatto il massimo per non far rimpiangere il romano, sebbene diverse siano le loro caratteristiche.
I due, infatti, non hanno le stigmate del metronomo, dell’uomo della circolazione rapida e ordinata che è naturalmente insita nel gemello centrocampista.
Saranno il napoletano ed il romano ad alternarsi in questi ultimi turni della regolar season nel ruolo di regista, quanto meno fino al recupero del giovane Reinhart, che potrà permettere ad Acampora di ritrovare quel ruolo da mezzala che appare ancora l’ideale per sfruttare la sua gamba, la sua propulsione offensiva, il suo tiro, nonostante il tecnico aquilotto preveda per lui un imminente futuro proprio da regista.
Vincenzo Italiano ritrova dunque due pedine molto importanti a livello qualitativo e temperamentale, ritrova un sorriso mozzato, però, dall’infortunio muscolare di Marchizza, cioè il difensore col più alto rendimento tra gli aquilotti.
Piangersi addosso forse non serve, vista l’aria che tira da un pò e la nostra ruota con la buona sorte sempre mal disposta sotto vari punti di vista, quando arrivano i momenti che contano.
Perchè non è roba solo di quest’anno.
Lo Spezia saluta, probabilmente in maniera definitiva, un giocatore formidabile per questa categoria, un centrale difensivo adattatosi in maniera presso che perfetta sulla corsia di sinistra, un ruolo interpretato con intelligenza, forza fisica e grandi proprietà tecniche.
Un altro cursore in meno, altra forza in meno, per uno Spezia che non può mai sorridere appieno neanche nel giorno di due recuperi importanti.
Non cala la fiducia, ma la doccia fredda si avverte. Si sente addosso.
