Il commento – StoriA

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Ero una ragazzina di 13 anni quando per la prima volta sono entrata al “Picco”: era il campionato di serie C1 2001-2002, quello in cui si giocavano i derby con le toscane Pisa, Livorno, Carrarese e Lucchese, ma anche quello del maledetto play off contro la Triestina

Sono passati gli anni, i giocatori, gli allenatori, i presidenti e anche la mia posizione all’interno dello stadio è cambiata: dai gradoni della Ferrovia, la mia passione si è trasformata in lavoro e da qualche anno ormai, le partite le guardo dalla tribuna stampa, da qualche mese da bordocampo

Ho vissuto la storica promozione del 2005-2006 con Antonio Soda, il play out dell’anno successivo contro il Verona e il disastroso fallimento dell’anno dopo.
Poi la lenta rinascita: la serie D, il “derby” con la Sarzanese e il play off perso a Vico Equense. Successivamente un altro pezzo di storia: il “triplete” del 2011-2012 dei ragazzi di Michele Serena, con la vittoria del campionato di Lega Pro, della Coppa Italia e della Supercoppa. 

E da quel momento otto anni con un sogno nel cassetto, quello che tutti avevano nel cuore, ma solo a pensarci faceva rabbrividire: la Serie A

I play off di serie B iniziano a diventare una “maledizione”: con Mangia contro il Modena, con Bjelica contro l’Avellino.
L’anno successivo i ragazzi di Di Carlo, dopo la vittoria a Cesena, vengono fermati dal Trapani e nella stagione dopo dal Benevento.
Poi un decimo posto con Gallo e ancora una sconfitta lo scorso anno con Marino contro il Cittadella. 

Ma qualcosa cambia: nel 2019 sulla panchina arriva Vincenzo Italiano, fortemente voluto dal Dg Angelozzi, tenace nel difendere la squadra, il mister e il progetto dopo un inizio campionato non certo positivo.
Lo Spezia diventa squadra, collettivo, un unicum che sembra giocare a memoria; poi il campionato viene bloccato per la pandemia ed è chiaro che tutto passa in secondo piano. 

Ma la stagione viene portata a termine e gli uomini di Italiano la finiscono al terzo posto: saranno ancora play off, ma questa volta diversi, da favoriti.
Certo, le cose facili non sono mai piaciute allo Spezia, che si complica la vita perdendo l’andata della semifinale al “Bentegodi” di Verona, ma riuscendo a ribaltare il risultato in casa.
Anche la finale, nonostante la vittoria per 0-1 a Frosinone, è strana, pazza, a tratti toglie il respiro, ma dopo 96’ di sofferenza, ecco l’apoteosi, la gioia più grande: la serie A. 

Ognuno l’ha vissuta a suo modo, i tifosi hanno invaso la città e festeggiato fino a tarda notte.
Io ho pianto e ho ripercorso tutta la “mia storia” con questa squadra, dai gradoni della Ferrovia al privilegio di poter raccontare e scrivere qualcosa di impensabile e inimmaginabile fino a qualche anno fa. 

Grazie, Spezia Calcio, grazie per aver fatto vivere un sogno a tutta la tifoseria e alla città, tutto questo rimarrà nella storiA.

Giulia Lorenzini
Giulia Lorenzini
Nata a La Spezia, diplomata al Liceo Classico, giornalista pubblicista. Collabora con tuttob.com, prima dell'esperienza televisiva a Sportitalia e quella con la conduzione di uno spazio nella trasmissione Assist Show su Primo Canale. Collaboratrice del Secolo XIX online per la sezione eventi, è redattrice di SpeziaCalcioNews dal 2014.

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