Il PAGELLONE della Promozione – L’ATTACCO

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GYASI 8 Semplicemente, l’eroe della promozione che “forse” non t’aspetti.
Che crescendo entusiasmante la sua carriera in maglia bianca, dopo tanto girovagare in prestito in Lega Pro.
Bomber di stagione, gol che portano punti pesanti, e alzi la mano chi ci avrebbe creduto a un epilogo del genere dopo quei primi mesi di polveri bagnate, quando mister Italiano capisce che è il caso di riproporlo nel suo ruolo naturale, sulle corsie esterne del fronte d’attacco.
Non si priva quasi mai di lui il tecnico siciliano, tanta è la continuità di rendimento, l’efficacia nelle due fasi, la prolificità in zona gol da un certo punto della stagione in poi. Finisce stremato, ma decisivo.
Serietà, spirito di sacrificio, quasi mai giocate da mozzare il fiato ma sempre la cosa giusta, il controllo giusto, l’idea buona per i compagni, il supporto preziosissimo in chiave difensiva.
Fino al gol che possiamo definire “promozione” di Frosinone, al termine di un’azione collettiva e individuale da applausi definita con una freddezza da grande giocatore.
Quella che gli mancava per compiere un salto di qualità, quella sulla quale già lavora da più di un anno in maniera specifica, con grande caparbietà.
Si merita a pieni voti la riconferma e tutti quei grandiosi palcoscenici che a breve calpesterà, con quel passo felpato ed elegante.
Big Papa è oggi desiderato da mezza serie B, lui ringrazia ma ha già la testa proiettata a questa nuova avventura in massima serie.
Il sogno realizzato da un’intera città porta, in fondo, la sua firma ben visibile.

M’Bala Nzola – Foto Patrizio Moretti

NZOLA 7,5 Arriva col mercato di gennaio per rinforzare quel ruolo di centravanti ammaccato dagli infortuni di Galabinov e dalle incertezze tecniche di Gudjohnsen.
Parte col piede giusto, Italiano ne conosce pregi e difetti dopo averlo avuto a Trapani, dopo averci lavorato sulla testa e sul modo di stare in campo per un anno intero.
Trova subito gol belli e pesanti, al “Picco” come a Crotone e a Perugia per due delle vittorie più belle di questa stagione, sebbene in fase di manovra mostri qualche incertezza e titubanza di troppo, cosi come nel gioco aereo, lui che con quel fisico dovrebbe spaccare il mondo.
Ha altre caratteristiche rispetto a Galabinov, e le mostra soprattutto quando Italiano decide di sfruttarne potenza e progressione spostandolo sulla fascia destra dell’attacco. Qui è ruspante e decisivo nella semifinale di ritorno col Chievo, ma anche in precedenza.
Il tecnico aquilotto sceglie l’attacco pesante nelle ultime settimane, dunque non poteva certo privarsi di M’Bala che, oggi, torna ad essere di proprietà del Trapani in attesa di sviluppi.
Non è semplice capire se anche nella massima serie possa fare la voce grossa, fisicamente e atleticamente non vi sarebbero dubbi.
C’è da capire quanta voglia abbia di soffrire, e di correggere alcuni difetti tecnici che in serie A possono risultare delle zavorre.

Antonino Ragusa – Foto Ezio Tassone

RAGUSA 7,5 La scommessa di Angelozzi è vinta ben presto, quando questo giocatore per anni ambito – ma soltanto ammirato da avversario – gioca, si mostra recuperato da un punto di vista fisico dopo il grave infortunio patito a Verona un anno prima, e segna.
Segna quei gol da “centravanti” apparentemente semplici ma che semplici non sono.
Li fanno diventare semplici i giocatori cosi: freddi, concreti, che sentono la porta ed hanno la giusta personalità per non spaventarsi a pochi passi dalla rete avversaria.
Ci mette qualche settimana per trovare una condizione fisica almeno sufficiente e per lasciarsi il grave infortunio alle spalle; la voglia è quella giusta, i gol e le prestazioni arrivano di conseguenza per questo esterno offensivo che in passato ha dato più volte del “tu” alla categoria e che ha dimostrato di poter reggere con buoni risultati anche la serie A, a Sassuolo.
C’era urgente bisogno di un attaccante del genere, con questa esperienza e con queste caratteristiche, sebbene ammaccato da un ginocchio che da tempo ormai non gli dà tregua e ne ha frenato tutto il finale di campionato.
Lui gioca anche sul dolore, è al 50% ma la voglia di stringere i denti e di essere utile alla causa, anche se per pochi minuti, è tanta. Onore e attaccamento.
Sarebbe arrivato senza problemi alla doppia cifra, ma il peso specifico dei suoi 8 gol è enorme.

Andrej Galabinov – Foto Ezio Tassone

GALABINOV 7 Fa in tempo a lasciare un segno su questa promozione aquilotta, dopo un’altra stagione condizionata da infortuni e fragilità fisiche.
Non fa in tempo a rientrare, e farlo bene al di là della tripletta di Verona dopo il lockdown, che deve quasi subito fermarsi per un guaio muscolare che pareva compromettergli anche il finale di stagione.
Per altro, proprio in un momento nel quale testa, animo e gambe non si erano mai cosi allineate da quando veste la maglia bianca.
Il recupero è stato però rapido, e Italiano ritrova un centravanti importante più che per i gol, per l’economia del gioco collettivo, per la sua fisicità e una personalità di ferro: basti pensare al gesto col dito che indicava “Uno!” rivolto verso il portiere ospite immediatamente dopo la rete dell’uno a zero contro il Chievo nella semifinale di ritorno, il gol della scossa, l’inizio di tutta un’impresa.
Non brilla nelle due gare finali contro il Frosinone, ma fa abbastanza sportellate contro una difesa rocciosa, permettendo lo slittamento di Nzola sulla destra.
Rispetto alla scorsa stagione, un altro giocatore.
Anche se solo a tratti, abbiamo ammirato l’attaccante che tutti si aspettavano.

Giuseppe Mastinu – Foto Ezio Tassone

MASTINU 7 C’è stato un momento nel quale, riprendendo un’intervista di pochi giorni fa, Beppe avrebbe addirittura pensato di smettere col calcio, quando non riusciva a intravvedere erba oltre tutti quei campi polverosi delle serie minori.
Ha tenuto duro, da buon sardo, fino a conquistare la massima seria con questa maglia che sente ormai cucita addosso.
Anni difficili ma meravigliosi, questi nel calcio che conta, tormentati da qualche brutto infortunio, rigenerati da tanta forza di volontà che gli ha permesso di tornare protagonista in tempo per questa impresa.
Fin dal ritiro, Vincenzo Italiano apprezza le sue qualità tecniche e umane, e una volta recuperato al 100% gli ritaglia addosso perfino un nuovo ruolo, da mezzala nel centro del gioco, la dove il suo mancino può cantare con maggiore continuità.
Un po’ mezzala, quindi, dove alterna buone prestazioni ad altre nelle quali fa fatica, un po’ attaccante esterno, altro ruolo nel quale si adatta alla perfezione e nel quale torna a incidere. Assist, gol, un nuovo piccolo infortunio, il ritorno giusto in tempo per i Play Off, quella mezzora contro il Frosinone nella quale avrà rivissuto, passo dopo passo, tutta una carriera non solo in maglia bianca.
Una storia incredibile, che al 96′ di Spezia – Frosinone trova un lieto fine da raccontare ai posteri.

Federico Ricci – foto Patrizio Moretti

RICCI F.6,5 Il gemello congiunto, finalmente insieme a Matteo in una squadra professionistica.
Ai due non sembra vero, e fin dalle prime partite si cercano, si trovano, da buoni gemelli “si sentono”.
Lui, in famiglia, è sempre stato quello dei gol, delle giocate determinanti.
Angelozzi e Italiano lo vogliono fortemente dopo la stagione tra luci e ombre a Benevento, lui che in cadetteria ha dimostrato di poter essere un fattore.
Inizia forte, va a velocità doppia rispetto agli altri, il piede è caldo, la giocata sempre dietro l’angolo, va in gol due volte nelle prime due giornate e la rete contro il Crotone al “Picco” è una gemma assoluta, una bomba all’incrocio da spellare le mani.
Col passare delle settimane fatica a mantenere quel livello, trova sempre meno giocate, meno fluidità, minor gamba.
Minor fiducia, per lui che se ne ciba forse troppo.
Mesi tra campo e panchina, qualche lampo, e un lockdown che in dote gli porta un infortunio che, praticamente, lo toglie di mezzo nel momento della ripresa.
Pochi scampoli nei Play Off, quando comunque mister Italiano dimostra di credere ancora nella sua imprevedibilità scegliendolo in mezzo ad altre possibilità di scelta.
Ci si aspettava di più, sarebbe bello rivederlo in maglia bianca, testarlo ancora e in una categoria che lui già conosce.
Tutto da discutere il suo futuro, a maggior ragione adesso che Angelozzi pare essersi definitivamente allontanato dalle scrivanie di via Melara.
Per ora la sua base torna a essere Sassuolo.

Di Gaudio in gol – Foto Patrizio Moretti

DI GAUDIO6,5 Arriva nel mercato di Gennaio dall’Hellas, e mostra subito tutta la voglia di spaccare il mondo che è insita nell’ex Carpi.
La testa è quella giusta, la falcata è quella che conosciamo, entra nel giro buono delle alternanze di mister Italiano fino all’arrivo del lockdown e di un infortunio che toglie anche lui dal mazzo al momento della ripresa del campionato, per le settimane successive.
Recupera in tempo per arrivare “testato” ai Play Off, ma fatica a trovare una condizione accettabile e non incide come vorrebbe, come ha già dimostrato in passato in tutte le piazze nelle quali ha militato.
Conquistarsi minuti importanti con questo Gyasi, oltre tutto, non è affatto semplice.
Si rivela però amuleto perfetto agli spareggi, lui che già aveva vinto questa lotteria con le maglie di Carpi, Parma ed Hellas Verona. Sa come si fa. Mentalità.

Gudjohnsen al tiro – Foto Patrizio Moretti

GUDJOHNSEN 6,5 Il biondo figlio d’arte non sfigura affatto, in un categoria che per lui pareva essere una montagna.
Trova anche il modo di risultare indispensabile nelle settimane nelle quali questa squadra ha urgente bisogno di un centravanti di ruolo visti gli infortuni di Galabinov, gli acciacchi di Ragusa, e la scarsa incisività in quella zona di campo da parte di Gyasi.
La vittoria sparti-acque di Pescara porta la sua firma, è autore di altre prestazioni convincenti seppure appaia evidente a più riprese che non si tratta di un centravanti, per adesso, in grado di spostare gli equilibri.
Col rientro a pieno regime – o quasi – di Galabinov e Nzola, l’islandese torna ai margini.
Ma, attenzione, potrebbe avere mercato in serie B. E se l’è guadagnato..

Soufiane Bidaoui – Foto Ezio Tassone

BIDAOUI 5 Da una parte le ragioni più o meno giustificate del “professionista”, dall’altra quelle del cuore. Dell’animo.
Roba che se non ne hai, o non ne hai a sufficienza, rischi di fare brutta figura.
Meritava un finale migliore la sua carriera in riva al golfo, senza considerare che la sua improvvisa assenza lascia pure in braghe di tela per diverse settimane il reparto offensivo aquilotto.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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