FOCUS – E poi quasi dimenticarsi della categoria

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L’abbiamo scritto nel pagellone di ieri, quando rimarcavamo la prestazione di Ricci alla Dacia Arena: “riprende la bacchetta da maestro in mano per dettare gioco e ritmi del match in quei primi 45 minuti..”.

Dimenticarsi per un pomeriggio della categoria, del salto triplo che intercorre tra serie cadetta e serie A, mostrare la propria identità di gioco al cospetto di un avversario di livello, da anni abitante di questo meraviglioso mondo parallelo.
Guardava in faccia De Paul con grande personalità il numero 8 bianco – ieri in celeste – pensando calcio alla sua maniera, con qualità in certi momenti, con spirito di sacrificio in altri.

Ecco, ieri la scuola di Vincenzo Italiano s’è mostrata in tutta la sua essenza: primi 45 minuti di dominio territoriale, di gioco totale, di riconquiste della palla e possesso a ragnatela.
Un possesso paziente, limitando al minimo gli errori dei quali avrebbero voluto cibarsi gli uomini di mister Gotti per attaccare la profondità contro difensori non velocissimi.
Ma allo Spezia non è saltata la ragnatela, ogni filo del discorso andava al proprio posto, di fronte ad uno strano “provincialismo” mostrato dai friulani per tutto il primo tempo, probabilmente sorpresi dalla qualità del palleggio degli ospiti.

Dominio territoriale e gol, un gol che è quasi marchio di fabbrica di questa squadra: possesso paziente, verticalizzazione improvvisa, ricerca dell’ampiezza, palla dentro cercando finalmente il fondo, e testa di un Galabinov ispiratissimo.
Qui si chiude un primo tempo di grande qualità.
Nella ripresa, invece, viene fuori il carattere di una squadra che sa soffrire, e sa farlo con tutti i suoi uomini, compresi i subentranti, compresi i nuovi.
L’inferiorità numerica fa naturalmente abbassare il baricentro collettivo, ma i tre ultimi cambi giocati nello stesso momento permettono di resettare il momento negativo causato dall’espulsione di capitan Terzi sia da un punto di vista tattico che mentale.
Una mossa da applausi, vincente. Totale.

Uno Spezia quindi rivestito di maggiori muscoli e centimetri nella ripresa, proprio in vista di attacchi anche da palle aeree: ecco che esce in tutta la sua evidenza il motivo per il quale Italiano e Meluso hanno battuto molto, sul mercato, la strada della fisicità.
Se poi ci mettiamo un Rafael al limite del poetico, compresa la sua commozione finale, e quel Galabinov che in barba a tutti i suoi vecchi e recenti acciacchi si invola come fosse un pivellino al parco verso la porta avversaria al 93′ trovando il traforino vincente tra le gambe di Musso, allora si gusta davvero tutto il dolce di questi primi 3 punti in serie A.

Una vittoria non banale, non poteva che essere cosi per un allenatore e per un gruppo che hanno preso gusto a scrivere capitoli di storia in seno a questa società.
Una vittoria che regala la sensazione di potersela davvero giocare, che svela nuova fiducia dopo quell’esordio solo in parte negativo, contro il Sassuolo.
Una vittoria che permette ai bianchi di muovere verso San Siro con tutta la serenità del mondo, con tanta voglia di trovare lampi del proprio gioco anche alla Scala del calcio.
Con nulla da perdere e, nel caso, tutto da imparare.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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