Simone Bastoni è uno dei ragazzi d’oro della cantera aquilotta, una storia meravigliosa la sua.
Probabilmente nessuno, nemmeno lui, avrebbe scommesso una grossa cifra su questo tipo di impiego nella massima serie, con questa continuità, con un tale rendimento.
7 presenze fin qui, in un crescendo di prestazioni tale da mettere in stand-by perfino quel Riccardo Marchizza che, lo scorso anno, ebbe un rendimento eccellente su quella stessa fascia, fino all’infortunio che lo costrinse ai box e lanciò proprio Bastoni.
C’è da dire che il classe ’96, protagonista in campo durante le stagioni eccezionali della Primavera aquilotta agli ordini di Fabio Gallo, non è nato terzino.
In quegli anni lui era un esterno offensivo dotato di buona gamba, ottima tecnica e persino un buon fiuto con il gol. Uno che negli ultimi metri disponeva sempre di validi argomenti per concludere in porta o per l’ultimo passaggio.
Lui, Maggiore, Vignali e Ceccaroni – oggi in serie B – furono i “prodotti” del vivaio spezzino ritenuti pronti per un’esperienza in prima squadra.
Se gli altri tre, inizialmente, ebbero un grado d’ambientamento al grande calcio più rapido, Simone li ha raggiunti in questi mesi con sorprendente rapidità, in un nuovo ruolo ritagliato per lui con convinzione da mister Italiano, convinto della sua intelligenza calcistica e da un mancino davvero ben educato.
Un giocatore taciturno e ordinato che in queste ultime settimane, dalla partita di Parma in poi, ha mostrato però anche ottima gamba e grande coraggio dalla cintola in su.
Sorprende la naturalezza con la quale oggi affronta qualunque tipo di avversario a testa alta, senza patirne passo e qualità tecniche naturalmente elevate.
Un timore iniziale che probabilmente si è scrollato di dosso dopo un’azione personale, nel primo tempo di Parma, che i più ricorderanno: una progressione palla al piede con la quale supera alcuni avversari in dribbling stretti e ravvicinati, fino alla conclusione che fa la barba al palo.
Probabilmente è nato li, questo Bastoni.
Poi la marcatura ferrea e convincente su Ilicic all’interno di una prestazione maiuscola contro l’Atalanta, quell’assist sontuoso a Cagliari per il gol di Gyasi dopo, anche qui, aver superato diversi giocatori con un’azione personale da applausi. Quindi il palo contro la Lazio, dopo una serpentina deliziosa in area di rigore con la quale supera due avversari in un fazzoletto e quella “puntata” da brasiliano in diagonale che batte Reina, ma termina beffardamente sul palo.
La sensazione è che oggi, mister Italiano, abbia trovato in Bastoni un elemento indispensabile per adempiere ai compiti che lui richiede ai propri terzini soprattutto in fase di spinta, sebbene appaia in crescita anche da un punto di vista difensivo.
Il potenziale è tutto li, in divenire, oggi ancora difficilmente quantificabile. Questo è un pò il bello di tutta la storia, per un giocatore del vivaio che ha trovato giusto un pò di spazio in B e che oggi è protagonista in A con la maglia della propria città.
Non sarà facile per Marchizza tornare a riprendersi una maglia da titolare, certamente sarà un bene per tutti questo sano, sereno e talentuoso dualismo.
Mentre Spezia ha un altro motivo d’orgoglio da conservare e preservare.
