FOCUS – Le alternative di Italiano e qualche scelta inevitabile

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La sconfitta pesante di Crotone impone chissà, un nuovo tipo di ragionamento o, più probabilmente, nuovi timori rispetto alle settimane scorse.
Va da sé che in questa categoria ci sta perdere contro chiunque, dovunque, in qualunque contesto.
Becchi una giornata “no” ed ecco che la valanga la prendi in pieno, contro Ronaldo o contro Messias, fa poca differenza. Vieni travolto.

Alla vigilia il rischio era quello non di snobbare questo avversario da 2 punti in classifica, quanto di allentare leggermente, magari anche inconsapevolmente, la tensione e la cattiveria agonistica, la cura dei dettagli e dei particolari sempre cosi maledettamente importante, soprattutto per questo Spezia che gioca con questo tipo di baricentro alto, con l’atteggiamento che tutti conosciamo e che tanti applausi, fino a ieri, aveva riscosso.

Nel primo tempo le aquile non hanno sfigurato, hanno riagguantato il punteggio dopo l’imminente svantaggio iniziale, hanno sfiorato il gol del vantaggio e, più in generale, preso in mano il controllo del match nonostante un possesso palla non cosi fluido come nelle precedenti partite.
Crotone è campo “piccolo” e avversario con caratteristiche più da “cadetteria”, che gioca ruvido, che in parte fa giocare male, a suo agio quando si tratta di ripartire negli spazi con quelle punte e quegli esterni rapidi e fisicamente potenti.
Un avversario che, per altro, guardava a questa partita con la bava alla bocca, un allenatore che ci conosce meglio di altri e che, come detto, dalla cintola in su ha gli uomini giusti per buttarla tutta sull’aggiramento del fuorigioco o sull’uno contro uno, sulla superiorità numerica.

Pur se nel primo tempo lo Spezia ha tenuto bene il campo, qualche campanello d’allarme è suonato: la poca fluidità di palleggio, dicevamo, e tutta quella battaglia in mezzo al campo, costringevano spesso i nostri centrocampisti a forzare le giocate e perdere palloni potenzialmente sempre pericolosi.
L’ammonizione di Chabot dopo 120 secondi di gioco, subito in situazione di uno contro uno a difesa molto alta, il gol di Messias con la difesa presa nuovamente d’infilata per un uno contro uno nel quale Terzi, anche per caratteristiche fisiche, non può opporre miracoli.
Queste ed altre piccole situazioni pericolose hanno mostrato qualche imperfezione quasi inusuale, considerando i nostri primi tempi su ogni campo.

Il nostro atteggiamento tattico presuppone pulizia di palleggio, grande pressing coordinato tra i reparti, marcature preventive presso che perfette, gamba e grande intensità agonistica.
Presuppone la massima concentrazione a livello singolo, trattandosi di un meccanismo a catena inesorabile.
L’uscita di Ferrer, ammonito, e il conseguente ingresso di Sala, hanno portato a uno sbilanciamento più marcato dei rischi e a un’accentuazione dei campanelli d’allarme fin dal primo minuto della ripresa.
Dalla parte dell’ex doriano è nato il gol del nuovo vantaggio dopo una scivolata – sedere in terra – che ha aperto un varco invitante di fronte a Provedel.
Mentre, nel terzo gol, è netta la sua dormita in merito all’attuazione del fuorigioco.
Due errori pesanti, che questa squadra non può permettersi.
Che questo tipo di atteggiamento, non può permettersi.
Prima, dopo e nel mezzo tante, troppe situazioni nelle quali davvero difesa e centrocampo hanno lavorato troppo male d’insieme per mantenere un atteggiamento del genere e una linea cosi alta, di fronte a un avversario bramoso di quei metri, di quel tipo di ripartenze.

Il Crotone è squadra che già dallo scorso anno faticava, anche nelle gare interne, a fare gioco al cospetto di squadre più guardinghe e ultimi metri maggiormente intasati.
Soffriva molto le ripartenze avversarie, con una difesa tutt’altro che irresistibile se presa in velocità.
Col senno del poi, o quasi, sarebbe interessante rigiocare questa partita andando a sorprendere Stroppa con una modifica, anche leggera, di quel tipo di atteggiamento sul quale Italiano fino a oggi ha lavorato con ottimi risultati.
Una modifica che potrebbe tornare utile dentro certe partite, contro certi avversari, in determinati contesti tattici. Anche solo per tratti di gara.
Perchè attenzione, questa squadra potrebbe avere le caratteristiche giuste per partire più da dietro e attaccare gli spazi in ripartenza: Estevez, Pobega, Maggiore e tutta la batteria di attaccanti ed esterni, sono in grado di fare anche quel tipo di calcio, che non è certo catenaccio o contropiede. Quasi sulla falsa riga dello scorso anno.

Un’alternativa in più, insomma, niente di più, che potrebbe rivelarsi determinante in giornate più “complesse” contro avversari che ci stanno studiando viste le eccellenti prove fornite dall’inizio del campionato.
Fondamentale sarà ora voltare pagina dopo esserci leccati la ferita, consci che certi risultati di giornata potrebbero sollevare subito un po’ il morale.
Recuperare Nzola, davvero indispensabile per il nostro tipo di gioco, e far riposare chi non pare esattamente allineato a un certo tipo di tattica – individuale e collettiva – difensiva.

Lavorare dunque sulla testa, su qualche alternativa tattica, senza disperdere, per colpa di un risultato negativo, questa filosofia di gioco, questo bagaglio di coraggio e di fiducia che è un grande traguardo fin qui ottenuto da mister Italiano.
Potendo però contare anche su altro, avendo le caratteristiche adatte per farlo.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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