La storia ha bussato ancora una volta da queste parti, e ancora una volta la porta è stata aperta.
Che storia incredibile quella di questo club, una serie di capitoli che, se fosse possibile, sarebbero scritti a caratteri cubitali, scolpiti con pietra pura.
Roba che, è triste pensarci, quanti non ci sono più – ma hanno sofferto una vita tra le strade tortuose e polverose percorse dalle maglie bianche – faticherebbero davvero a crederla possibile. Perfino plausibile.
La vittoria di Roma in Coppa Italia segue solo di qualche giorno a quella del “Maradona” di Napoli, due big del nostro calcio battute a casa loro, in maniera incredibile e non sporca o banale.
In inferiorità numerica a Napoli, per la gara di campionato, ai supplementari martedì all’“Olimpico”, con tre gol su azione di pregevole fattura, con una squadra imbottita di ragazzi che avevano avuto pochissimo minutaggio negli ultimi mesi, se non nullo.
L’esordio dal primo minuto di Saponara è un’iniezione di fiducia pura per il giocatore e per una squadra che ha assoluto bisogno di appoggiarsi anche a un po’ di esperienza e personalità dalla cintola in su.
Due gol meravigliosi, applauditi da tutta Italia, che dovrebbe far passare in secondo piano persino il pasticcio assoluto del sesto cambio in casa capitolina, che comporta lo 0-3 a tavolino in favore dello Spezia. Non che questo cambi nulla, i gol sono e restano tali.
Vincenzo Italiano si ritroverà adesso ad affrontare ancora una volta, ancora nella capitale, i giallorossi.
Si parla di un Fonseca in bilico, il cui destino potrebbe dipendere proprio dalla partita di sabato.
Sono sempre momenti delicati, questi, per le squadre che attraversano simili difficoltà, che devono scoprire le carte, quelle delle quali si parla sempre una volta che un allenatore è in pericolo: si rema dalla stessa parte, o qualcosa non funziona davvero nei rapporti?
Non vi è dubbio che sarà un altro Spezia quello che scenderà in campo tra due giorni.
Una squadra più serena rispetto all’avversario, con maggiore freschezza fisica, con una classifica che sorride ma che necessità di grande cura e di punti pesanti da racimolare qua e là, stante il buon momento di alcune formazioni che da sotto promettono una risalita più o meno decisa, tra piccoli o grandi rafforzamenti e cambi di allenatore.
Se lo Spezia vorrà continuare a recitare un ruolo non marginale nel calcio che conta dovrà stringersi ancora di più in quelle che sono la sua identità di gioco, il suo collettivo, quello spirito di sacrificio che permette di pareggiare in qualche caso i conti con un deficit tecnico più o meno evidente rapportato a molte altre formazioni del massimo campionato.
Continuare ad abbracciare le idee del suo mister, continuare ad assumerne gli stessi connotati da grande lottatore, affamato di ogni sorta di miglioria. Di orizzonti sempre più a portata di mano.
Sbagliare il meno possibile in tema di “letture” dei momenti della partita, quando è il caso di compattarsi un po’ di più e concedere minor campo e minor spazio tra le linee, quando è il caso invece di andare alti, senza paure, con coraggio e spensieratezza come in quella prima parte di gara di martedì. Astuzia, ricerca degli episodi favorevoli, concretezza.
Dimostrare, insomma, sempre maggiore maturità anche in questo senso, ricercare un equilibrio che da qui in avanti potrebbe risultare ancor più fondamentale per non incappare in giornate storte, in grado di compromettere morale, momenti e classifica.
