È finito il girone d’andata, la velocità con la quale si svolge questo campionato, non permette soste. Vogliamo comunque analizzare la rosa a disposizione di Italiano andando a valutare tutti i protagonisti visti sino ad ora e mostrandovi anche tutti i numeri del loro rendimento, sperando che il ritorno alzi ancora i voti, vorrebbe dire tanto in termini di risultato finale.
PORTIERI:
Alzi la mano chi si aspettava un tale rendimento. Arrivato per ultimo, arrivato in corsa, pareva ormai destinato a una carriera nobile in B e invece fin dal primo giorno ha convinto tutti circa le sue qualità . Era, e rimane, un portiere con un grandissimo potenziale che si è saputo rilanciare giusto in tempo per recitare un ruolo da protagonista nella massima serie, dove sembrava destinato qualche anno fa e dove, comunque, ha già giocato in passato.
Porta fortuna di Coppa, il giovane nazionale lituano. Bravo a Roma, praticamente perfetto a Bologna, negli ottavi. Tra i pali dà il meglio di sé, da affinare tecnicamente se vuole diventare un portiere completo. Grinta, fisico e talento non gli mancano. Gli servono più minuti per fare “bagaglio”, potrebbe partire in prestito.
Protagonista a Udine di quel secondo tempo sugli scudi, con annessa piccola ribalta nazionale. Parate in serie, e quell’assist di piede meraviglioso per la fuga di Galabinov verso il raddoppio. In disparte dopo l’arrivo di Provedel e qualche acciacco fisico.
Il gigante olandese arriva con ottimi argomenti e una carriera di assoluto livello alle spalle, un infortunio muscolare lo mette però fuori dai giochi già alla seconda giornata. Tutto da decifrare il suo futuro qui, speriamo almeno che questo tempo gli sia servito per affinare la lingua italiana.
DIFENSORI:
L’autentica sorpresa del reparto difensivo aquilotto, un crescendo di fiducia che lo porta a masticare con sempre più autorevolezza la fascia mancina al cospetto di qualunque avversario. Giocate importanti, chilometri macinati con qualità , qualche assist prezioso, una fase difensiva nella quale mostra maggiori certezze rispetto al passato. Si parla di lui per qualche settimana anche a livello nazionale, uno dei migliori per rendimento nel ruolo. Stupefacente, se pensiamo che anche in B non era certamente una prima scelta di Italiano.
Un tale rendimento contro certi avversari, con questa anagrafe e dopo le ultime due stagioni nelle quali aveva iniziato a patire in termini di resistenza fisica, beh, in pochi se lo sarebbero aspettato. Italiano difficilmente rinuncia a lui, a quel poco di esperienza che ha in rosa, alla sua capacità di guidare fuorigioco e impostazione da dietro. Va chiaramente in difficoltà quando preso in velocità , dà il meglio di sé quando può giocare sull’uomo e scegliere i tempi dell’intervento: qui mostra tutta la sua qualità , la qualità di uno che ha masticato per anni questa categoria e tanti attaccanti di livello superiore a quelli attuali.
Un inizio sensazionale il suo, un autunno da incorniciare in rapporto alle referenze che lo accompagnavano qui. Pareva un taglio anche abbastanza netto di Ranieri, dopo aver racimolato qualche presenza lo scorso anno con la Samp, invece mostra grande prestanza fisica, personalità , attitudini elevate in marcatura e pure grande pericolosità in area avversaria, su palle da fermo. Eccede in qualche occasione in tema di cartellini e irruenza, la linea alta lo porta ogni tanto a qualche sbavatura costata cara. In lieve flessione rispetto a quell’ottimo avvio, ma è giocatore di sicuro affidamento e dal grande potenziale.
Fatica a trovare continuità e minutaggio, mister Italiano gli preferisce il capitano ma quando è stato chiamato in causa ha mostrato sempre grande concentrazione, pochi affanni anche di fronte ad attaccanti di grande nome. È uno che ti si appiccica addosso e nonostante le lunghe leve ha ottime doti in tema di rapidità e allunghi veloci. È probabile che da qui in avanti mister Italiano possa affidarsi con più convinzione a lui, dopo aver capito che molti avversari giocano sulla palla alta e lunga per aggirare la pressione sui portatori palla avversari e la linea alta difensiva.
Non male il suo impatto con la serie A, dimostra di saperci stare nonostante un utilizzo a singhiozzo e qualche timidezza anche naturale nelle prime settimane. Qualche intoppo fisico ne pregiudica la continuità di rendimento.
Per molto tempo, all’inizio, resta ai margini per qualche problema di troppo legato a Covid e autorizzazioni varie. Il suo inserimento ne risente, in seguito non convince mai appieno mister Italiano e la sua stagione vive fin qui solo di fugaci o intermittenti apparizioni. Quando chiamato in causa mostra alcune importanti caratteristiche difensive: è coriaceo, ha buona gamba, un piede non marmoreo. Paga anche lui l’indispensabilità di capitan Terzi, vale però per l’albanese il discorso fatto per Erlic: da qui in avanti potrebbe tornare ancora più utile la sua freschezza fisica per arginare l’arma avversaria assidua della palla alta per attaccare lo spazio dietro la linea difensiva.
Ci mette un po’ a recuperare dall’infortunio che lo mise fuori dai giochi nel momento cruciale dello scorso campionato, l’esplosione di Bastoni convince tutti ad agire con prudenza, qualche piccolo problema fisico di poco conto qua e là , l’ultimo periodo passato a giocare sempre vista anche l’indisponibilità di Bastoni. Tra alti e bassi. In cerca della miglior forma, assicura maggiore sostanza in chiave difensiva. Peccato per l’errore su Peres negli ultimissimi minuti della gara persa a Roma. Giovanissimo anche lui, non potrà che migliorare nella gestione di ogni situazione. A patto che ritrovi la brillantezza fisica e atletica pre-infortunio.
In estate poteva essere uno dei partenti, poi, come successo anche a Bastoni, eccolo titolare nelle prime gare, sino all’infortunio, con prestazioni del tutto apprezzabili. Tornato nell’ultimo periodo si è rivisto in campo con la Roma. Ha richieste in questo mercato, è uno dei partenti.
Era il quarto terzino destro in fatto di gerarchie dietro a Sala, Mattiello e Ferrer, era destinato a partire, si ritrova catapultato in campo all’improvviso, con maglia da titolare annessa. Non sfigura, anzi, nonostante la macchia dell’espulsione a Torino nei primi minuti di gioco. Davanti a sé trova e troverà giocatori dal talento enorme. Stante le situazioni di Sala e Mattiello e i guai fisici di Ferrer, farà parte eccome della truppa che andrà alla ricerca di un obiettivo sensazionale.
Uno dei primi rinforzi di Meluso, che lo aveva a Lecce lo scorso anno. Ha un briciolo di esperienza importante in categoria, viene chiamato in causa con più continuità in autunno agendo da terzino e da centrale. Una buona duttilità , la sua, anche se pare lontano dall’essere elemento in grado di recitare un ruolo da protagonista.
Ci si aspettava senz’altro di più da uno che la serie A l’ha frequentata con assiduità nelle scorse stagioni. Non convince del tutto fin dalle prime battute, quando Italiano gli regala fiducia e maglia da titolare. Sbraga completamente a Crotone dopo una serie di prestazioni mai del tutto convincenti e una scarsa concentrazione di base, roba pericolosa per chi, come lo Spezia, gioca con quella linea difensiva. Da li in poi, Italiano lo lascia ai margini. Fuori dal progetto, sicuro partente.
Doveva essere la prima scelta per il ruolo, troppi guai fisici l’hanno costretto ai box.
CENTROCAMPISTI:
Una delle sorprese più lieti di questo girone d’andata, una bella intuizione di Meluso, che con pochissimo dispendio economico potrà far suo il cartellino di questo argentino temprato all’Estudiantes, nel club di Veron. Elemento completo per le due fasi, adatto fino al midollo per il gioco di Italiano, per quel che richiede il tecnico siciliano agli attori di quel ruolo. Quando c’è da far gioco, gioca, quando c’è da lottare, lotta, quando c’è da far legna soffre, sbuffa e riparte. Il suo destro sa esser ferro e sa esser piuma, va spesso vicino al gol e chissà che non possano arrivare reti davvero pesanti dai suoi piedi nei prossimi, caldissimi mesi.
Un periodo di studio con la massima serie, lo sfracello positivo in Coppa Italia a Bologna, con quella doppietta bellissima, e una crescente convinzione di saperci stare eccome in questo Paradiso. Giocatore intelligente, che conosciamo a menadito, che porta in dote una serie di caratteristiche idonee a renderlo una mezzala completa, con margini di miglioramento ancora visibili. Pare stuzzicare anche qualche idea del C.T. Roberto Mancini, roba che non deve diventare una sorta di ossessione per Giulio: ha bisogno di mente sgombra e brillantezza per dare il meglio di sé. Tutto il resto arriverà di conseguenza, come dimostra la sua scalata entusiasmante con la maglia della propria città .
Lui appare e scompare, spesso sul più bello, talvolta a causa di qualche piccolo acciacco fisico. I suoi “alti” sono da giocatore importante, di sicuro avvenire. Mostra tutte le migliori caratteristiche che l’hanno portato a recitare un ruolo da assoluto protagonista lo scorso anno a Pordenone: roccioso, grandi tempi di inserimento, fisicità notevole in mezzo al campo e da far valere anche quando c’è da affacciarsi in area avversaria, per andare a rimorchio. A lui si deve molto dell’accelerata portata in classifica dalla doppia vittoria su Napoli e Samp. Giovanissimo anche lui, sulla bocca di tanti addetti ai lavori, un ruolo da protagonista pure in Under 21 e un futuro già designato, probabilmente, in maglia rosso nera. Un’arma indiscutibile da giocarsi da qui a giugno, a patto di trovare ancora maggior continuità d’impiego.
Quanto sta venendo fuori il talento cristallino classe 2002 dell’ Inter. Un autunno passato a scaldare la panchina in ogni dove, con annesso mal di pancia mostrato dal suo entourage. Seconda scelta per il ruolo di regista, forse terza, si ritrova improvvisamente le chiavi del centrocampo in mano ed è un crescendo di prestazioni tale da giustificare quel futuro roseo che tutti gli prospettano. Sicuro, freddo, meno geometra di Ricci, più Interdittore, una prestanza fisica che gli permette anche di fare la voce grossa in mezzo al campo quando c’è bisogno di giocare non sempre pulito. Legge bene, sa districarsi nello stretto, deve affinare le sue qualità quando si tratta di andare a mettere il naso negli ultimi 30 metri avversari. Ma è un 2002. Anche dal suo grado continuo di crescita dipenderanno in parte le sorti di questa squadra.
Un ottimo impatto per lui con questa categoria che rappresenta, anche per il centrocampista romano, un banco di prova per testare il suo futuro. Fino allo stop legato al Covid risulta pedina quasi inamovibile, uno che conosce alla perfezione il Verbo, uno di cui Italiano si fida ciecamente. Non soffre i ritmi alti della categoria, pare saperli gestire o sopportarli anche nei momenti di maggiore sofferenza, si fa apprezzare a più riprese anche a livello nazionale per le sue doti da metronomo, per quel piede tanto educato a costruire gioco. Da qualche settimana tornato in gruppo, non sarà facile per lui ritagliarsi lo stesso ruolo da indispensabile che aveva prima. La questione del rinnovo contrattuale va risolta per mille e un motivo, senza indugi. Una strada di mezzo da dover trovare a tutti i costi.
Spezzoni di partita, ricami qua e là , sempre preziosi. Ha forza fisica e capacità di strappo palla al piede, un bel sinistro, uno spirito di sacrificio che conosciamo benissimo. Ci sta eccome, in questo gruppo, anche grazie a una duttilità che permette a Italiano di poterlo utilizzare per vari scopi, in vari ruoli, a seconda delle partite e dei “momenti” del match.
Forse in partenza, forse no, non lascia fin qui un grande segno nonostante mister Italiano, in avvio di stagione, si affidi molto a lui per il ruolo di mezzala destra. Ha buona esperienza in A, fatta dopo la sua breve parentesi in riva al golfo qualche stagione or sono da giovanissimo. Fatica a ritagliarsi un ruolo centrale, troppo “compitino”, buona predisposizione alla battaglia ma troppo poca incisività davanti.
In avvio di stagione ha trovato un buon minutaggio, il tempo che è occorso al mister per inserire i nuovi e per capire che ci sarebbe stato pochissimo spazio per lui, eroe della promozione, in questo centrocampo, con i ritmi richiesti dalla serie A.
Italiano prova a testarlo in qualche spezzone, troppo poco, forse troppo per lui in questo momento, anche per i suoi problemi fisici, la Serie A. In partenza.
Vale il discorso fatto per Bartolomei, utilizzato a spizzichi e bocconi, sono veramente rare le sue apparizioni tra campionato e coppa.
Problemi di Covid, problemi fisici, l’esplosione di Agoume, tutti elementi che continuano a mostrare questo brasiliano come “oggetto misterioso” agli occhi di tutti.
ATTACCANTI:
Cavallo di ritorno, è atterrato pesantemente su questo campionato mostrando grande personalità , il consueto sacrificio senza palla e, soprattutto, un’incisività ancor più spiccata rispetto allo scorso campionato di B, quando pure il suo arrivo influì in maniera pesante sulla forza del reparto d’attacco. L’assenza di Galabinov lo costringe a straordinari che assolve alla grande. La serie A si accorge di lui ben presto, perché non sono tanto i gol, comunque tanti dal suo arrivo, ma il suo modo di stare in campo, di fare sportellate anche contro difensori monumentali per la categoria, il suo modo di giocare con e per gli altri, ad attirare l’attenzione di molti, estero compreso. Sicura maxi – plusvalenza per il futuro, arma indispensabile per il presente, per andare a caccia della salvezza.
Tre gol in tre partite, anzi due e mezza, poi deve alzare bandiera bianca per l’ennesimo guaio muscolare che lo ha afflitto da quando veste la maglia bianca. Peccato, perché ha iniziato come meglio non si poteva questa stagione, determinato, incisivo, con altra luce negli occhi rispetto agli ultimi anni di B. Rientrato in gioco dalla gara di Coppa Italia a Roma, nella quale ha saputo rendersi utile trasformando un calcio di rigore e fornendo un assist al bacio per il raddoppio di Saponara. Maggiormente in difficoltà nella gara di campionato, invece, quando deve rilevare alla mezzora del primo tempo Piccoli. In scadenza di contratto, chissà che abbia voglia e occasione di farsi in parte “perdonare” delle troppe assenze nel reparto d’attacco aquilotto, per una società che ha sempre dimostrato massima correttezza e voglia di aspettarlo. Ci sarà bisogno dei suoi gol.
Un’altra favola bella dello Spezia prima di Marino e poi di Italiano. Percorso lungo per lui, dalla Primavera alla Serie C poi alla B e adesso nella massima categoria. La voglia di partecipare, di non mollare, di dare tutto nelle due fasi è intatta, crescono le difficoltà però nel poter incidere nel suo ruolo come gol e assist. Logico che questo fondamentale sia ancora migliorabile, per uno come lui che ha scalato le categorie prendendone confidenza frequentandole. Resta uno dei più impiegati dal tecnico nel reparto esterni, uno di quelli che sposti a destra o a sinistra a seconda di chi impieghi nella specifica gara. Anche questa possibilità è un lusso per qualsiasi tecnico.
Classe 2001, scuola Atalanta, capocannoniere di Youth League, basta questo per metterlo sotto la lente d’osservazione con la probabilità di non sbagliarne il futuro. Fa un po’ di fatica nelle prime apparizioni, ma chi non la farebbe alla sua età ? Il gol in coppa con il Bologna apre orizzonti interessanti, confermati da quelle a San Siro e all’Olimpico, non banali. Fisico roccioso, buona tecnica, gran tiro, le componenti per diventare un bomber di categoria ci sono tutte.
Il suo inizio di campionato non è niente male, incide se è in giornata, da il là alla rimonta con la Fiorentina, segna un gol bellissimo in coppa a Cittadella. Si fa male nel momento migliore, rientra e poi ha una ricaduta e il Covid. Si rivede a Roma dove punisce la sua ex squadra in coppa, ripetendosi in campionato. Può essere tassello utile in avanti anche per la sua costanza in fase difensiva.
Croce e delizia, spesso più croce per la sua testardaggine da sudamericano. Brevilineo dalla rapidità che può risultare valore aggiunto, viene utilizzato a seconda delle gare da Italiano. Lo strappo è la sua caratteristica migliore, messa in mostra con efficacia in alcune gare, ma necessaria di maggior continuità . È giovane, Italiano sta provando a plasmarlo per renderlo utile alla causa.
Altra croce e delizia, ma rispetto ad Agudelo da lui si pretende molto di più, conoscendone passato e qualità . Italiano con lui usa bastone e carota di continuo, perché sa quanto sia importante se trova la continuità giusta. Continuità che gli è mancata pur avendo comunque fatto vedere quelle che sono le sue qualità , risultate poi determinanti in qualche gara. Si è parlato anche di una sua possibile partenza per altri lidi, ma dopo la grande prova offerta all’Olimpico sabato scorso, i dubbi sono caduti in prescrizione. Sulla sua mattonella ora è arrivato anche Saponara a contendergli il posto, un dualismo che potrebbe essere esplosivo in positivo per le fortune aquilotte del girone di ritorno. Ecco che il suo voto si alzerebbe di conseguenza.
Primo rinforzo del mercato di gennaio, arrivato subito per dare una mano alle rotazioni offensive sugli esterni, perché è li che vuol giocare, lui che è trequartista di nascita e di sviluppo prima all’Empoli e poi in giro per l’Italia nella massima serie. Si presenta con una sontuosa doppietta nella gara di coppa con la Roma, ma il fatto di aver giocato briciole sino a ora ne ha condizionato poi il suo recupero. Ma resta elemento che può dare esperienza, assist e gol in quantità importante.
