Lo Spezia torna da Firenze a mani vuote dopo la sbornia data dai sei punti in due partite contro Sassuolo e Milan.
Una sconfitta normale, che non mina alcuna consapevolezza, che probabilmente non deve neanche far riflettere più di tanto circa l’aspetto mentale.
La squadra di Italiano non va a Firenze molla, a decantare le sue ultime virtù.
Impatta bene il match, con un primo tempo di quasi assoluto controllo nel quale ha lasciato briciole agli avanti viola, mostrando la consueta sicurezza nel palleggio e una buona fase difensiva con l’inedita coppia Ismajli – Chabot, il tutto nonostante l’uscita prematura di Marchizza.
Anzi, può recriminare per qualche ghiotta situazione offensiva che poteva far svoltare l’indirizzo della partita con un briciolo in più di concretezza negli ultimi metri, una piccola dose in più di qualità nell’ultimo passaggio.
I bianchi han pagato caro le contromisure studiate da Prandelli all’intervallo per risvegliare il torpore dei padroni di casa: subito un uomo su Ricci, maggiore aggressività e coraggio, baricentro immediatamente spostato in avanti, il tutto premiato con incredibile tempestività al termine di un’azione anche fortunata.
Tutto molto fulmineo, forse perfino imprevedibile dopo quel primo tempo.
Neanche il tempo dunque di studiare o controbattere quella mossa, che la partita sfugge un pò di mano.
Ha ragione Italiano, però, quando dice che la sua squadra deve assolutamente migliorare mentalità e aspetto nervoso dopo aver subito un gol: non è raro notare una certa difficoltà a riprendere partite che non si mettono sui giusti binari.
Un incidente di percorso che ci sta, dunque, considerando anche le qualità singole dei giocatori viola e la loro fame di punti dopo alcune buone prestazioni che non hanno, però, portato punti.
Si guarda avanti con intatta fiducia, con un buon margine da difendere sulle ultime della graduatoria e, soprattutto, pensando alla prossima gara casalinga contro il Parma alla stregua di una grande occasione che si presenta tra le mura amiche per arrivare, il prima possibile, a quella quota – sicurezza che questa squadra merita di acciuffare.
Una delle grandi occasioni, dunque, e non una finale: potere dei recentissimi sei punti strappati contro due squadre molto forti e che permettono, oggi, di lavorare e pensare serenamente, tutta benzina per questi ragazzi.
Una partita alla quale si arriverà col recupero di tante pedine preziose, se non fondamentali: uno su tutti quel Mbala Nzola che può davvero rivelarsi l’ultima spinta decisiva nel motore delle aquile; forza fisica e prepotenza atletica al servizio di tutti, come sempre stato, ma col peso ulteriore di quei 9 gol già raggiunti pur avendo saltato un bel pò di partite tra questo periodo e l’avvio di stagione.
Non sarà una finale, col Parma, sarà un week end da vivere con grande determinazione, buttando in campo organizzazione di gioco e qualità, convinzione e gamba.
Caccia, come non ci fosse un domani, all’episodio favorevole e alla situazione da sfruttare, pensando però a quanto può essere importante anche solo muovere la classifica e non dare fiducia e punti a una squadra sotto di noi.
Ergo, lavorare con la massima concentrazione da un punto di vista difensivo.
Cura estrema dei dettagli.
Magari, perché no, un salto di qualità in fatto di furbizia e scaltrezza, ripensando per esempio a quel paio di situazioni nelle quali Pobega capitalizzò al massimo – contro Napoli e Sampdoria – due palloni apparentemente innocui in area di rigore avversaria andando a conquistarsi due penalty pesanti nell’economia di quelle gare.
Che poi son tutti punti, attimi determinanti.
