L’Editoriale – Ho visto cose che voi umani…

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Sono passati due giorni, un tempo sufficiente a sbollire rabbia e sgomento, ma questa volta è ancor più dura del solito, perché quando assisti dal vivo a certe cose, è dura digerirle.
Ci piace partire dal presupposto che anche in un calcio dove il dio denaro domina la scena e dove certi valori nel corso degli ultimi decenni si vanno perdendo, possa esserci ancora un minimo di quello che si chiama fair play.

Una ricerca del calcio pulito che si pretende da chi si affronta sul campo, come da chi giudica dietro i monitor o col fischietto in bocca.
Per questo ciò che è successo all’Olimpico non va giù, perché troppe di queste componenti sono scomparse tutte assieme, sino a comporre una pagina poco edificante per la credibilità del nostro calcio.

Sia chiaro, gli errori ci stanno, e si sono sempre accettati nel bene e nel male, se fatti in buona fede e senza i mezzi tecnici per correggersi.
Diventa molto più difficile accettarli se le condizioni per non sbagliare ci sono tutte e di più e se a far cambiare idea a chi deve decidere, intervengono pressioni esterne e comportamenti scorretti.

Questo è successo all’Olimpico e non deve succedere, per la regolarità del campionato e per la credibilità del calcio, altrimenti è inutile spendere parole d’invito alla correttezza.
L’episodio ormai è noto a tutti, o meglio gli episodi, perché a vedere e rivedere anche nell’intervento in scivolata di Acerbi che tocca poi con il braccio di appoggio, si nota una certa furbizia nello sfruttare a favore il regolamento.

Ma partiamo comunque dal presupposto che l’intervento del laziale sia corretto, quel che succede dopo fa rabbrividire gli osservatori.
Il tocco di Marchizza sarebbe stato giudicato non punibile anche l’anno passato, quando di rigori assurdi per tocchi di mano ce ne sono stati decine.
Il movimento di Marchizza è congruo e non è classificabile nel classico esempio del volume del corpo che si amplia e soprattutto c’è la componente involontarietà che non può essere ignorata, anche se il regolamento non la considera ancora una discriminante.

Insomma non c’è dolo, ma solo casualità, non c’è chiara occasione da gol, non c’è nulla, solo un timido indizio, molto lontano da essere considerato una prova per poter concedere un penalty.
Invece sono gli istanti successivi al tocco di Marchizza quelli che lasciano più interdetti, quel nugolo di giocatori della Lazio che si scaglia verso l’arbitro senza colpo ferire, quel Simone Inzaghi, che fa sempre di tutto per apparire un agnellino, che si lancia all’interno del terreno di gioco sbracciando all’impazzata, come ad aver subito il più grande torto della sua vita.
A far apparire il tutto ancor più scioccante, il quarto uomo Ghersini che ignora il tutto girandosi dall’altra parte.

Il Var Guida deve aver invocato lontane simpatie bianco celesti per richiamare l’arbitro Giua che, dal canto suo, deve aver pensato che tutto sommato è meglio il Cagliari in A che lo Spezia, altrimenti nulla si spiega, nulla ha senso.
Restano quei fotogrammi, quei comportamenti, che ti fanno precipitare la stima che avevi per certi personaggi.

Come restano nel dopo gara le parole come al solito misurate e sin troppo pacate di Vincenzo Italiano che invoca solo il fato, “se non me ne daranno uno simile a favore allo si che mi arrabbierò“, o quelle un po’ più severe di Meluso “sbagliare è umano, speriamo che non sbaglino più”.
Resta per fortuna l’ottima prestazione di squadra, impreziosita dal super gol di Verde che si candida per il più bello della stagione, una perla assoluta che avrebbe meritato la ribalta senza l’oscuramento imposto dal finale sbagliato e ingiusto.

C’è solo da augurarsi che l’episodio di Roma, il primo veramente clamoroso ai danni degli aquilotti, resti solo un episodio isolato, una serie di errori casuale, perché da inguaribili ottimisti vogliamo pensare a un calcio pulito e corretto, per tutti, anche se forse resterà un’utopia

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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