Italiano a TLS: “Con questa città si è creato un legame particolare”

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Condensare in un titolo tutte le cose dette da Vincenzo Italiano nella lunga intervista di ieri sera a Tele Liguria Sud, è impossibile.
Ci abbiamo provato con quello più significativo, perché veramente il legame che si è venuto a creare tra il tecnico degli aquilotti e la città è veramente speciale, lo testimoniano gli ascolti della puntata di Voglia di Spezia che lo ha visto protagonista.

Una persona schietta, sincera, amante del calcio a 360 gradi e h24, questo è Vincenzo Italiano, ancora una volta a un bivio tra il decidere di proseguire la magnifica avventura spezzina, o magari farsi attrarre da qualche squadra blasonata.
Al momento chiamate non ne sono arrivate, nemmeno da quel Sassuolo che pareva puntarci forte, per questo Robert Platek, in Italia sino ai primi giorni della prossima settimana, lo incontrerà ancora per capirne ambizione e progetti e proporgli quelli dello Spezia.

Sul suo futuro è questa la situazione attuale: “siamo ambiziosi, sia io che la proprietà – ha dichiarato il tecnico – per questo parleremo e vedremo se le nostre ambizioni coincidono per il futuro“.
Un punto interrogativo ancora presente, ma siamo convinti che sia destinato a tramutarsi in certezza, anche perché comunque il tecnico è ancora legato al club per un altro anno, con aumento e clausola rescissoria di un milione di Euro.

Di certo quella di quest’anno è un’impresa che va a braccetto con quella dell’anno scorso, in un campionato irto di difficoltà e con i tempi per preparare la stagione ridotti praticamente a zero: “Abbiamo iniziato la stagione senza poter disputare nemmeno un’amichevole e con incontri subito difficili da fronteggiare, come il primo con il Sassuolo, nel quale siamo stati surclassati da un’avversaria rodata e con giocatori di valore. Dopo quel match e quello contro il Milan ho radunato la squadra e chiesto più coraggio, altrimenti rischiavamo di retrocedere senza appello, e la squadra ha tirato fuori quello che aveva non sfigurando quasi contro nessuno“.

Italiano è tornato sulla reazione delle ultime giornate, quando si pensava che la squadra soffrisse di braccino corto, proprio in vista del traguardo finale: “Con la Samp e soprattutto con il Torino ho rivisto lo Spezia che gioca con i suoi principi, con la sua identità e che mette sotto l’avversaria, guadagnandosi una salvezza straordinaria, ma a conti fatti più che meritata. Un’impresa titanica portata a termine con tanti esordienti nella massima serie, va fatto veramente un applauso a tutte le componenti, il nostro pubblico se lo merita, soprattutto perché non è potuto venire allo Stadio. Non potevamo deluderli, sapevamo che, come la promozione dell’anno scorso voleva dire rimanere nella storia di questo club e ci siamo riusciti“.

Si è parlato anche di tattica, di statistiche, di modo di stare in campo della squadra, di sicuro uno dei punti di forza, anche se di contro il ricorso sistematico al fuorigioco e la difesa molto alta, hanno fatto si che la squadra subisse tanti gol, segnandone però anche tanti, ben 50: “Siamo stati una delle squadre che, siano almeno alla metà del girone di ritorno, ha messo più in fuorigioco gli avversari, anche con l’aiuto del VAR, poi nella parte finale della stagione in alcune gare siamo stati un po’ più conservativi, anche perché nel corso della stagione, gli avversari hanno imparato a conoscerci e a trovare le contromisure al nostro tipo di gioco. Si è passati quindi dal farci giocare, probabilmente pensando di poterci poi colpire con facilità in contropiede, al concederci meno campo, anche in considerazioni del fatto che avevamo ottenuto ottimi risultati anche con grandi squadre“.

Quando ci ho creduto di più? Dopo le vittorie con Sassuolo e Milan, quelle sono state partite che, vinte con merito, mi hanno fatto pensare a come la squadra fosse cresciuta e potesse quindi arrivare all’obiettivo, devo dire che pensavo di poterlo fare anche con più anticipo. Poi la squadra però ha avuto una flessione dovuta a tanti fattori e i soli 3 punti in sei gare mi hanno fatto temere che si arrivasse all’ultima giornata. Per fortuna ce l’abbiamo fatta con la grande prestazione con il Torino” ha precisato il tecnico degli aquilotti.

Uno dei punti chiave del campionato è stato l’utilizzo di tanti giocatori, in un momento particolare come quello di quest’anno, tra Covid e infortuni.
La gestione di un gruppo così ampio non è di certo stata facile nemmeno per uno come lui che basa molto il suo credo calcistico sul gruppo.
Riuscire a motivare la squadra è stata un’arma vincente: “Ho sempre provato a tirare fuori il meglio da tutti i miei giocatori, a far uscire il fuoco che ognuno di loro ha dentro, tutti hanno delle qualità da far vedere, bisogna stimolarli nella maniera giusta. Ci sono stati casi particolari, come quello di Nzola che quest’anno ha stupito tutti facendo 11 gol sino ad ora, è stato bravo a confermarsi, ma anche lui vive di alti e bassi, nell’ultim gara lo abbiamo visto. Da lui ci si aspetta un miglioramento dal punto di vista del carattere e dei comportamenti, perché le regole sono fatte per essere rispettate, ma non è affatto un cattivo ragazzo. Dopo questo campionato sono convinto che crescerà molto anche da questo punto di vista“.

Analizzando ancora l’annata dal punto di vista statistico, spuntano gli ottimi primi tempi fatti contro squadre anche di prima fascia, non sempre poi confermati dal risultato finale: “Contro queste squadre devi concretizzare per poter fare risultato, altrimenti poi nei secondi tempi ti mettono dentro, anche con i 5 cambi, giocatori di grande qualità che inevitabilmente poi ti possono mettere in difficoltà. Anche se in alcune di queste gara mi sono arrabbiato, perché con un po’ di coraggio in più potevamo fare qualche risultato in più. Però come primo anno penso che si possa essere più che soddisfatti“.

Passiamo al fioretto, avevi detto che saresti andato a piedi a Portovenere se avessi ottenuto la salvezza: “L’ho detto e lo farò, ma purtroppo potrò farlo da solo, perché un po’ per il Covid, un po’ per motivi anche logistici, non si può fare assieme ai tifosi. Purtroppo il periodo che attraversiamo è questo e mi dispiace di non poter condividere questa cosa con i tifosi“.

Nell’annata che lo ha messo in mostra nel grande calcio, non potevano mancare apprezzamenti importanti da parte di colleghi di grande esperienza, come quelli di Capello dopo la gara con il Milan, a quelli di uno degli allenatori che più hanno ispirato il tecnico spezzino, Zeman: “So che apprezza molto il mio lavoro, non posso che essere contento di questo, da lui che è un mostro sacro i complimenti sono sempre ben accetti. È stato lui a farmi innamorare del 4-3-3 che peraltro è sempre stato il modulo di gioco che mi ha più divertito anche da calciatore. Dal punto di vista invece del mio bagaglio, spero di poter andare presto a vedere da vicino il lavoro di Guardiola, quello che al momento è di sicuro il tecnico migliore al mondo“.

Il discorso poi si sposta se vogliamo anche al futuro, a quei giocatori che militano nelle squadre medio piccole del nostro campionato e che potrebbero fare al caso degli aquilotti: “Di sicuro cito due giocatori di una squadra retrocessa, come Messias e Ounas, ma ce n’erano tanti anche nel Parma, nello stesso Benevento con tanti di qualità ed esperienza, per arrivare alla Samp a De Paul dell’Udinese, ai tanti talenti della Fiorentina. In ottica Spezia del futuro, chissà che non possano arrivare giocatori alla Ounas o Messias proprio per alzare l’asticella“.

Tornando invece a un protagonista di questa stagione che ha caratteristiche tali da poter dare una mano anche in futuro, perché non citare Saponara, sfortunato per l’infortunio, ma prezioso nel finale di stagione: “Riccardo è un giocatore che avevamo provato a prendere anche all’inizio della stagione, ma non era del tutto convinto essendo alla Fiorentina, poi a gennaio ha sposato la nostra causa e ora si è calcato nella realtà spezzina al massimo, peraltro è un giocatore molto duttile che può essere impiegato in vari ruoli e questo lo fa un giocatore moderno“.

Non sono mancate le domande sulle curiosità, come l’utilizzo di Zoet con il Torino: “Un’intuizione, volevo mettere dentro un po’ più di esperienza in una gara cruciale, quindi ho scelto lui, come Terzi e Saponara, è andata bene”, oppure sul cambio di Piccoli a fine primo tempo a Genova con la Samp: “Non stava facendo bene lo schermo sul mediano basso della Samp, avevo Gyasi i panchina, li ho alternati per provare a fra meglio in quella zona di campo“.

Non sono mancate le curiosità, come il messaggio più gradito arrivato dopo la salvezza, da un giocatore avversario ma che sia all’andata che al ritorno ha parlato molto bene dello Spezia, Pepe Reina, portiere della Lazio: “Aveva già parlato bene dello Spezia all’andata, dopo la gara dell’Olimpico è venuto a salutarmi del pullman e ci siamo messi a parlare, poi sabato scorso il messaggio con il quale si congratulava per la salvezza, una cosa molto gradita e per certi versi inaspettata“.

Con la Roma che squadra scenderà in campo? “Per fortuna la gara la stiamo preparando finalmente con il sorriso, ci stiamo allenando in scioltezza, ma cercando comunque di prepararla al meglio. Vincendo chiuderemmo a più di 40 punti e probabilmente riusciremmo a scalare qualche posizione di classifica, un risultato veramente importante. Di sicuro giocherà Capradossi, se lo merita perché è stato uno dei protagonisti della promozione delle scorso anno ed è stato con noi tutta la stagione, poi vedremo gli altri da mandare in campo, ma un punto fermo sarà lui“.

Per chi non avesse visto la trasmissione in diretta, vi proponiamo il video qua sotto:

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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