FOCUS – Il lato umano dell’impresa

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Lo Spezia che raggiunge il traguardo storico della salvezza al suo primo campionato in serie A è figlio di alchimie tattiche più o meno conosciute, di scelte coraggiose, e poi di scommesse vinte da parte di Mauro Meluso, giunto ai saluti ma autore di un grande lavoro complessivo, considerando i tempi ristrettissimi dello scorso mercato e lo scarso budget a disposizione.
Torniamo, però, ad occuparci dell’annata appena terminata.

Occuparci di un gruppo che scrive in maiuscolo la storia sportiva di questa città e che apre scenari assolutamente affascinanti per gli anni che verranno, in una piazza che si riscopre strabordante di passione nel lecito di quel che le norme anti-covid possono consentire.
Ma c’è un lato, quello umano, che merita di essere sottolineato e applaudito: mister Vincenzo Italiano l’ha buttata fin da subito sui valori che vanno oltre l’aspetto sportivo, su princìpi di attaccamento alla maglia e a una causa che, una volta vinta, avrebbe cambiato il destino di ogni protagonista, un destino legato a doppio nodo a quello della società.
La costruzione di un gruppo solido, coeso, unito – nonostante le difficoltà iniziali date dalla rosa extra large – che ha permesso a tutto l’impianto di reggersi su fondamenta rocciose.

Il tecnico ex Trapani commuove e si commuove, vive questa sfida al massimo delle proprie energie psico-fisiche, si scopre innamorato di una città che lo ha eletto senza dubbio alcuno a beniamino dopo la promozione dello scorso anno, infine a eroe, dopo la salvezza appena conquistata.
Fido protettore di un sogno, fine tessitore di rapporti umani, di gruppi vincenti.

Sopperire al deficit tecnico con le altre rose del campionato appena terminato con la personalità di chi deve essere forte anche “dentro”, a livello singolo come di collettivo, con un costante lavoro di accrescimento delle consapevolezze di ognuno, come si trattasse quasi di una battaglia personale.
L’emblema non può che essere Giulio Maggiore, con Vignali e Bastoni validi esempi di cosa abbia voluto significare metterci tutto e anche di più, lavorare forte per limare i difetti, prendere a cuore l’enorme scommessa di salvare questa città al suo primo campionato tra i grandi.

Giulio, oggi desiderato da diverse società anche importanti, è stato autore di un campionato in crescendo, di un inizio di studio più che normale e un girone di ritorno nel quale è emerso, in maniera evidente, cosa significhi lottare con le unghie su ogni zolla di campo per la sopravvivenza di un sogno mano a mano sempre più vicino, eppure mai abbastanza in porto da considerarsi al riparo.
Il suo secondo tempo contro il Torino, quei chilometri macinati in riserva ormai di energie, è lo specchio di una forza di volontà feroce, di una determinazione fuori dal comune che ha trainato anche i compagni in queste ultime settimane infuocate. Nei momenti decisivi.

Ultime settimane nelle quali è nuovamente tornato prezioso l’utilizzo di capitan Terzi, anche lui spesso in deficit di energie e con una carta d’identità non più verde, ma con un carisma tale da riuscire a conferire ai compagni più giovani le giuste dosi di calma nei momenti più delicati. Un alleato in campo prezioso per mister Italiano.
Un capitano ormai da considerarsi spezzino d’adozione, che ha vissuto gioie e dolori di vario tipo in maglia bianca ma che si era posto come obiettivo – al momento dell’arrivo a Spezia in serie B – quello di portare questa società in A.
Anche grazie alle sue doti umane oggi, in serie A, questa società ci resta a testa alta.

Abbiamo citato solo alcuni esempi di giocatori che sono andati oltre il 100%, oltre all’impegno totale e all’abnegazione piena.
Che hanno capito quanto fosse determinante, in assenza di fuoriclasse e con una squadra data per spacciata da tutti, stringersi al di la delle proprie qualità fisiche o tecniche.
Ragazzi esemplari affamati di crescita, al servizio l’uno dell’altro.
Giocatori e uomini essenziali all’impresa studiata – e poi messa in pratica con convinzione – da Vincenzo Italiano e il suo staff.
Che sono riusciti a specchiarsi perfettamente nella sete di gloria di questa piazza, che ne hanno incarnato perfettamente lo spirito.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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