FOCUS – L’urgenza di registrarsi e le note liete dalle quali ripartire

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La sconfitta pesante di Bergamo lascia giusto un paio di sapori dolci, agli strati di una portata evidentemente amara.
Il primo risiede in quel primo tempo giocato alla pari dell’Atalanta, con uno Spezia ricco di idee e di energie sprecate forse troppo in fretta, ma necessarie al 100% per limitare una squadra dai valori singoli assolutamente superiori.
Il secondo è il ritorno al gol, con una doppietta mancina, di Nzola, l’attaccante sul quale questa squadra deve avere la costanza di appoggiarsi e di lanciarsi oggi più di prima, dopo le ultime settimane di duro lavoro che lo hanno portato a uno stato psico-fisico finalmente degno del giocatore ammirato durante la gestione di Vincenzo Italiano.

Ripartire da queste due note positive, dopo aver scoperto che la giornata di campionato si è rivelata alla fine dei conti abbastanza clemente; nessuna delle squadre che seguono le aquile in classifica, infatti, ha strappato tre punti e, a fronte di un pareggio comunque positivo del Cagliari sul campo del Sassuolo, emergono chiari e sempre più evidenti i problemi di Genoa e Salernitana, sconfitti sia nel risultato che nelle prestazioni contro Roma e Sampdoria.
Leggendo la classifica in basso, sorprende senz’altro la marcia del Venezia, una formazione sparagnina, che soffre ma che riparte con velenosità, una squadra che sfrutta al massimo le qualità dell’ex aquilotto Okereke, micidiale quando viene lanciato negli spazi.

Un’arma, questa, che anche lo Spezia deve imparare ad usare con maggiore efficacia vista la “gamba” dei suoi attaccanti e viste le difficoltà riscontrate dal nostro attacco nel bucare le difese avversarie quando i ritmi della gara sono bassi, quando gli spazi sono ristretti.

L’atteggiamento di quei primi 45 minuti rispecchiava in parte lo spirito tattico dello Spezia che l’anno scorso stupiva per coraggio e intraprendenza, sebbene qualcosa di diverso c’è nel dispositivo tattico di Thiago Motta rispetto a quello orchestrato da Italiano, basti pensare al lavoro e al posizionamento della linea difensiva nelle due rispettive gestioni.

Contro l’Atalanta può starci subire qualche gol di troppo, come ci sta a Roma contro la Lazio, è in altre sfide che questa squadra deve assolutamente registrare la fase difensiva sulla falsa riga del match vinto contro il Torino al “Picco”, o delle gare di Genova contro la Sampdoria – quando davvero poco fu concesso alla squadra blucerchiata – o degli altri match casalinghi contro Salernitana e Genoa.
Il recupero di diversi effettivi potrà regalare forze nuove e nuove alternative al tecnico italo-brasiliano, uno che varia atteggiamento tattico e disposizione in campo di partita in partita, a seconda dell’avversario, ma che deve al più presto trovare una fisionomia quanto più definita, una quadratura quanto più solida tra i reparti.

E’ il momento, questo, di ripercorrere la gara contro il Torino anche nelle prossime sfide casalinghe: ranghi compatti, massima attenzione difensiva, servire gli attaccanti proiettati faccia alla porta nel più breve tempo possibile, senza disdegnare la verticalizzazione immediata, potendo contare sulla nuova brillantezza atletica di Nzola e, si spera, sulla velocità di un Colley che deve assolutamente diventare protagonista in questo reparto offensivo.
Un attacco che, anche in trasferta, andrà sfruttato con maggiore verticalità.
Mentre Daniele Verde, seppure autore di una gara a due facce a Bergamo, appare davvero indispensabile tra le linee in tema di imprevedibilità, qualità e concretezza per una squadra che ne ha urgente bisogno negli ultimi 30 metri.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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