Che ci sia bisogno di Daniele Verde per tenere accese le speranze pare assodato, a maggior ragione dopo l’infortunio che costringerà Giuseppe Di Serio ai box fino a primavera.
Una beffa ulteriore, questa, arrivata per giunta qualche istante dopo il gollonzo grazie al quale il Bari – in quel momento un pugile nell’angolo – è riuscito a riacciuffare per i capelli il pari dopo il vantaggio aquilotto.
Non restano molte le alternative affidabili in tema di gol spulciando dentro al reparto offensivo della squadra di D’Angelo, anzi.
Ecco perché appare del tutto evidente quanto un giocatore come Verde debba per forza di cose tornare al centro delle strategie offensive, a costo di consolidare un piano tattico ben preciso, lui che nel 4-3-3 ha sempre dato il meglio – libero di aprire il campo, di accentrarsi, di dialogare con la prima punta.
Ma, soprattutto, libero di inventare una giocata, qualcosa che a questo Spezia serve tremendamente.
Anche da questo punto di vista, probabilmente, stride la rinuncia a lui nei minuti finali di una gara che si sarebbe comunque – in qualunque modo – dovuto provare a vincere anche tramite una giocata, appunto.
Un tiro, una punizione, un lampo, un uno/due, un’imbucata, e altre imprevedibilità che solo lui ha in questo reparto d’attacco rimasto orfano di giocatori preziosi. Da questo punto di vista è molto probabile che D’Angelo abbia anche valutato le sue condizioni fisiche, decidendo poi di non rischiarlo.
L’infortunio di Di Serio è certamente una mazzata per un reparto che a gennaio credeva di aver trovato la chiave indispensabile per uscire dall’impasse realizzativa – e non solo – di tutta una stagione.
È stata evidente per molto tempo la mancanza di cambio di passo e di alternative pesanti dalla cintola in su, qualcosa che il solo Kouda prima di Di Serio poteva portare in dote in questa categoria che ne richiede parecchie, di queste caratteristiche.
Entrambi potrebbero rientrare negli stessi giorni all’interno del rush finale quando, si spera, le aquile potranno giocarsi ancora le ultime carte per arrivare a un obiettivo tanto agognato come quello del mantenimento di questa categoria.
Qualcosa che non molto tempo fa avrebbe fatto sorridere o pensare a uno scherzo.
Qualcosa che deve far riflettere ancora parecchio in tutte le sedi e a tutti i livelli per non commettere più certi errori.
C’è bisogno adesso di gol, di giocate e di imprevedibilità tanto quanto c’è bisogno di solidità dietro.
Due cose che dovranno avere una correlazione, di un collegamento immediato, di cause-effetti che si sposino con assoluta efficacia.
C’è bisogno di rabbia e di determinazione massima in tutti i reparti.
Non ci sarà più tempo, poi, se non per le recriminazioni e le analisi approfondite di una stagione tribolata.
I giocatori di maggior talento ed esperienza sono chiamati a prendersi ogni responsabilità sulle spalle, a guidare in porto un gruppo che adesso ha un’anima e non deve assolutamente incorrere più – mister compreso – negli errori commessi contro la Feralpisalò, quando badare al sodo appariva senz’altro come l’ingrediente più naturale ed efficace per un gruppo bisognoso di piccole ma costanti certezze.
