FOCUS – Quel che mancava, quello che oggi c’è..

Tutti, oggi, sanno che lo Spezia c'è e che è tutta un'altra squadra rispetto a quella del girone d'andata. Diverse cose sono cambiate tra la gestione di Massimiliano Alvini e quella di Luca D'Angelo. Non basta infatti il solo mercato di gennaio - seppur importante - per spiegare la metamorfosi tattica e mentale che il tecnico ex Pisa ha saputo creare fin dal suo arrivo..

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Tutti, oggi, sanno che lo Spezia c’è e che è tutta un’altra squadra rispetto a quella del girone d’andata. Diverse cose sono cambiate tra la gestione di Massimiliano Alvini e quella di Luca D’Angelo.

Non basta infatti il solo mercato di gennaio – seppur importante – per spiegare la metamorfosi mentale che il tecnico ex Pisa ha saputo creare dal suo arrivo.
Più giocatori coinvolti, alcuni recuperati alla causa, altri fatti accomodare nonostante un periodo non certo florido per la salute della rosa aquilotta: c’era da ri-creare un’atmosfera positiva, da gettare nuove fondamenta per la costruzione di un gruppo coeso che marciasse all’unisono sotto un nuovo disegno tattico, in attesa di un mercato di riparazione da non sbagliare.

È stato da subito uno Spezia tatticamente più accorto, compatto, linee guida chiare e un ordine apparso immediatamente cristallino: non incappare in reparti sfilacciati ma essere un blocco unico dentro le due fasi di gioco.
Il girone d’andata fu disastroso sotto questo punto di vista. Troppe gare affrontate con tanta foga iniziale che non è mai bastata neppure per indirizzare, quelle partite, su binari più comodi.
Era uno Spezia che provava ad avere coraggio, ad avere un disegno tattico votato all’offensiva ma con idee spesso confuse, fiato corto, trame di gioco scontate negli ultimi 25 metri.
Nessuno segnava, troppi gol subiti, troppi secondi tempi nei quali agli avversari erano concessi ampi spazi per tagliare come un coltello nel burro i reparti aquilotti.

Luca D’Angelo ha fin da subito pensato di andare a correggere certi macroscopici difetti senza portare idee rivoluzionarie – che non servivano e spesso non servono in certi contesti – ma semplicemente rimettendo ordine tattico in una squadra allo sbando, divenuta sempre più vulnerabile col passare delle settimane e dei filotti negativi.
Squadra corta, quindi, sbarazzina, cosciente di una realtà da dover essere affrontata armandosi di spada e di elmetto, andando però allo stesso tempo a coccolare e lucidare quel Daniele Verde che, in un simile scarno contesto, doveva tornare a essere giocatore pienamente recuperato alla causa. Il fioretto in dote a questa nuova squadra da battaglia.

Gettare delle fondamenta insomma sulle quali poi impiantare sostanza, qualità e mentalità nuove ricavate dal mercato di gennaio.
Un mercato seguito molto da vicino dal tecnico abruzzese e ben orchestrato dal criticatissimo duo Macia/Melissano: dentro giocatori in grado di apportare una mentalità più confacente alla natura di questo campionato e delle sfide da affrontare, in una piazza al limite tra il depresso e il subbuglio.
Giocatori di personalità, esperti, in cerca di nuove sfide come Falcinelli, Nagy e il ritorno di Vignali, ma anche giocatori di talento nell’età verde delle rispettive carriere come Jagiello, Mateju, Di Serio e Tanco.

Un nuovo vestito insomma, una squadra ancor più preparata a ricevere le nuove direttive tattiche che, settimana dopo settimana e con dosi di fatica non banali, l’hanno portata a risalire la china di una classifica divenuta a un certo punto drammatica.
È lungo queste settimane fatte anche di pareggi e di risultati “stretti” che i bianchi hanno ricevuto quei benefit mentali – più ancora che reali di classifica – idonei per pensare di essere sempre più forti e coesi partita dopo partita.

La vittoria contro l’Ascoli deve segnare il punto di svolta di questo campionato che, non a caso, vede finalmente lo Spezia puntare il naso oltre la zona retrocessione, agganciandosi o mettendosi in scia formazioni fino a qualche settimana fa distanti, da oggi pienamente coinvolte nella bagarre salvezza.
La prossima gara interna col Lecco rappresenta una ghiotta opportunità per costruirsi un finale di successo dopo tanta paura e sofferenza.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.
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