[ot-caption title=”Nenad Bjelica – Damir Miskovic – Guido Angelozzi – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/07/Bjelica-Miskovic-Angelozzi.jpg”]
Il triumvirato, la triade, il trio… Damir Miskovic (con il fido Dean Sculac), Guido Angelozzi e Nenad Bjelica…
Si riparte da qui, ma non solo, anche da Igor Budan, vicino alla rescissione del contratto con il Palermo, che affiancherà Angelozzi, ma anche da Rene Poms e Pietro Fusco che saranno gli allenatori in seconda.
L’idea è quella di affiancare giovani ad elementi d’esperienza, una filosofia che verrà utilizzata anche nella composizione della squadra.
Ma c’è di più, tutti gli interpreti, i protagonisti, battono su un punto comune, la squadra, il gruppo, non potrà prescindere da uno spirito comune, la voglia di lottare.
Meno lustrini e più corsa, un calcio diretto, offensivo, veloce.
Sul mercato estero si stanno cercando giocatori che possiedano queste caratteristiche, non solo di temperamento, ma anche fisiche.
Un puzzle da comporre sfruttando chi è rimasto qui, con qualche ulteriore cessione, ed i nuovi innesti, a partire da quelli provenienti dall’estero ed in via di definizione.
La via per consolidare il gruppo avrà connotati ben precisi, ingaggi meno pesanti e soprattutto più equilibrati, giocatori motivati e giovani di qualità.
Facile da dire, meno immediato da mettere in pratica, per questo Miskovic sorridendo parla di Progetto Triennale, proprio perché si parte ora e le incognite ci sono.
Proprio su queste basi, Bjelica e Miskovic hanno lavorato in queste due settimane, sondando giocatori conosciuti e che rispettano le indicazioni della proprietà, Angelozzi andrà ad approfondire il discorso sul mercato italiano.
Lo scetticismo della piazza sta piano piano lasciando il posto ad un moderato ottimismo, anche se permangono frizioni tra una parte della tifoseria e la dirigenza, cosa che stride con l’idea di squadra e soprattutto di unione delle componenti che è in testa ai desideri della società.
Questo tipo di approccio, molto spesso mancato negli anni scorsi, deve diventare la forza di questo nuovo corso, meno eclatante, ma forse per questo, più intrigante.