L’Editoriale – Sta nascendo uno Spezia made in Bjelica, tra ottimisti e scettici

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[ot-caption title=”Mister Nenad Bjelica” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/08/Mister-Bjelica-panchina.jpg”]

Stilare resoconti attendibili ad inizio Agosto è quanto mai avventato, ma il fatto di aver potuto assistere ad una bella fatto di ritiro ed a tre amichevoli, permette di tracciare qualche linea guida sul lavoro di Nenad Bjelica e dei suoi ragazzi in vista della prossima stagione.

Come in tutti i nuovi corsi, i cambiamenti, ci saranno i pro ed i contro, situazioni che si svilupperanno meglio ed altre che troveranno difficoltà a dipanarsi.

Si parte però, è giusto rimarcarlo, da presupposti ben chiari e definiti, operazioni di mercato oculate e rispettose di una spending review ben precisa e dichiarata.

Del resto basta dare un’occhiata al calcio italiano in generale, per rendersi conto di come regni incontrastata una pochezza economica che ben presto non potrà che tradursi in stipendi meno ricchi per i giocatori e morigeratezza nelle valutazioni economiche.

Non a caso stanno dilagando le cessioni in prestito e gli scambi di giocatori.

Proprio per ovviare ai costi, anche legati a procuratori e DS senza scrupoli, più attenti ai loro tornaconto che agli interessi delle società e degli assistiti, del mercato italiano, lo Spezia ha scelto di battere con insistenza le piste estere.

E qui sono entrate in ballo le conoscenze internazionali di Nenad Bjelica e la voglia di Damir Miskovic di proporre anche in riva al Golfo dei Poeti, il modello Rijeka.

Semmai la strategia ci ha messo qualche giorno di più ad entrare a regime, perché Guido Angelozzi ha dovuto, gioco forza, adeguarsi alle richieste di Mister e Proprietà (o Ditta come la chiama Damir Miskovic).

Sbloccato questo meccanismo, parlando di persona, come sottolineava il mister in ritiro, ora si possono andare a concretizzare quegli innesti che completeranno la rosa.

E qui starà all’esperienza del DS provare a chiudere determinate trattative.

Ma veniamo alle impressioni di Luglio, direttamente dalla Val di Fassa:

Innanzi tutto come non apprezzare i metodi di lavoro di mister Bjelica, questo alternare continuo di esercizi con la palla che permette al giocatore di non abbandonare quasi mai l’oggetto principe del gioco del calcio, sia questo usato per palleggiare con un compagno, sia per affrontare una partitella che di amichevole ha proprio poco.

La continua competizione fa si che gli allenamenti siano sempre molto tirati e che si fatichi divertendosi, “sono cinque anni che adotto questi metodi di lavoro e non mi hanno mai deluso” diceva Bjelica in ritiro.

Dato quindi per scontato che giocherà solo chi corre, da apprezzare anche quello che è il credo tattico del mister, questo 4-4-2 nel quale le fasce rappresentano la chiave per sviluppare il gioco d’attacco, in un contesto che assomiglia molto al modo di intendere il calcio di Giampiero Ventura.

Un 4-4-2 corto, nel quale ai centrocampisti viene chiesto giro palla ed aperture immediate e senza fronzoli e che prevede gli esterni larghissimi a creare ampiezza.

Logico che la rapidità di gioco non si sia ancora del tutto vista nelle amichevoli del ritiro, vuoi per i carichi di lavoro ancora intensi, ma anche per quegli automatismi che ancora mancano.

Completano il quadro tattico due terzini che devono essere sempre pronti alla sovrapposizione, ma anche presenti in fase difensiva e le punte, alle quali Bjelica chiede di stare vicini per dialogare, ma anche di svariare su tutto il fronte dell’attacco.

Vien da chiedersi quanti giocatori manchino attualmente per far si che queste idee di gioco si tramutino in una squadra competitiva.

Per le qualità, anche dei giovani, che si sono notate a Moena, vien da dire non più di tanti, ma a livello numerico si deve pensare a quei 4 o 5 innesti che sono già in programma e che non dovrebbero tardare a concretizzarsi.

Fermo restando che da qui al 2 settembre, il mercato potrebbe offrire poi occasioni, sia in entrata che in uscita per completare ancor meglio il puzzle.

Un altro aspetto da sottolineare nel metodo Bjelica, è il continuo incitamento ed appoggio che l’allenatore Croato da ai suoi ragazzi, chiamandoli per nome ma anche con la frase che contraddistingue il suo modo attuale di interpretare la lingua italiana: “Bravo Ragazzo“.

Fermo restando quindi che è perlomeno doveroso dare fiducia al nuovo corso, anche in virtù delle conferma di giocatori importanti della passata stagione, qualche contro è giusto indicarlo perché, perlomeno come statistica, va considerato.

E’ innegabile infatti che ai primi di agosto manchino ancora alcuni di quelli che potranno essere punti fermi nella squadra di Bjelica, pensiamo ad esempio ad un centrale di qualità e ad un centrocampista almeno, adatto al suo credo, anche se la rosa attuale da già determinate garanzie in questo senso.

Il periodo di rodaggio di assetti e schemi va messo in conto, quindi saranno proprio i tempi di apprendimento del tipo di gioco e la fluidità della manovra a decretare le chance per un inizio di campionato più o meno in discesa.

Dipenderà poi da cosa ci si aspetta da un progetto del genere, la pazienza e l’appoggio alla squadra potranno risultare decisivi, anche per consolidare quel connubio squadra-tifoseria che troppo spesso ha latitato negli anni scorsi.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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